Fenomeno gravitativo ad evoluzione lenta che si attiva simultaneamente a particolari eventi precipitativi e/o nei periodi primaverili in seguito a fusione del manto nevoso. L'area è caratterizzata dalla presenza di diverse frazioni che nel corso di diverse riattivazioni hanno subito numerosi danni (vedi sezione danni).
La frana si estende da quota 1850 m slm, in sinistra orografica del rio S. Claudio, dove la pendice della falda montana, caratterizzata da una notevole acclività, presenta estesi scoscendimenti e profonde fratture nella coltre superficiale. La zona superiore è collegata ad un altro esteso fenomeno gravitativo di tipologia "complesso" che si origina nel settore di cresta "Costa del Bosco", alle pendici del M. Jafferau.

Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Rilevamento sul terreno, Dato storico/archivio

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate

Volo:Alluvione 2000 - Regione Piemonte

Strisciata:167A

Fotogramma:4265

Tipo di movimento principale: colamento "lento"

Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso

Data ultima valutazione stato di attività: 07/2005

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: Foto aeree, Rilevamento su terreno, monitoraggio, dati da Satellite,

Descrizione:

Attivazione principale:

Fonti:

Data ultimo aggiornamento descrizione:

Sistema strumentale di monitoraggio gestito dalla società SITAF costituito da 4 inclinometri attrezzati con cavo coassiale TDR e 4 piezometri automatizzati, installati nel settembre-novembre del 2000. In parte questa strumentazione è stata riposizionata a seguito della costruzione della quarta corsia dell'autostrada A32. Nel 2005, una nuova campagna di indagini, condotta con lo scopo di spingere le ricerche in nuovi settori, ha portato alla realizzazione di 4 nuovi inclinometri e 4 piezometri.
I precedenti strumenti, installati dalla Regione Piemonte, negli anni ’80, furono tutti interrotti dal movimento franoso.

I diversi inclinometri posizionati nell'area in frana evidenziano, nel periodo 2000-2008, una fase sostanziale di quiscenza del fenomeno con delle accellerazioni locali nel 2001, 2005 e 2008. Le entità dei movimento sono modeste (5,5 mm/anno nel 2005).
Dai dati inclinometrici i picchi di deformazioni sono localizzate a diverse profondità (intorno ai 13-15 metri per l'inclinometro I6BARA2-I3), e 44-66 metri per l'inclinometro I6BARA3). Accellereazione del movimento nel periodo 2008-2009 evidenziato in I6BARA2 a 14 metri di profondità: spostamento di 10 mm circa in un anno (da estate 2008 a estate 2009).
Recenti misure SITAF (periodo 2014-2016) evidenziano un leggero movimento in corrispondenza di I3 (I6BARA2), mentre non sono più misurabili I6 (I6BARA6) e I6BARA3 (da rapporto Musinet per conto SitaF del maggio 2016).
Aggiornamento 2021: durante la terza ispezione del 2021 (rapporto Sitaf) nel sito di monitoraggio del Millaures sono risultate operative le seguenti verticali inclinometriche: I-2, I-3, I-4 e I-7 (fuori frana).
La verticale inclinometrica I-3 presenta una velocità media di spostamento pari a 1.3 mm/anno, le altre verticali non registrano movimento.

L'analisi del dato interferometrico satellitare (ERS), per il periodo 1992-2001, evidenzia movimenti con velocità media lungo la linea di vista del satellite (LOS) di 3-6 mm/anno. L'area a maggior deformazione risulta essere quella intorno alle frazioni Millaures, Citadelle, Serre, Le Frassinet. Il dato radarsat (DS, periodo 2003-2010) evidenzia ancora la presenza di alcuni settori in movimento con velocità media annua compresa tra 1 e 5 mm, con accelerazione in seguito agli eventi alluvionali del 2008-2009. Anche gli ultimi dati della piattaforma Sentinel (2014-2018) evidenziano movimenti disomogenei con valori compresi mediamente tra 3 e 5 mm/anno. Si rammenta che tali valori (a principale componente verticale) non sono facilmente correlabili con quelli inclinometri (che rilevano la componente orizzontale del movimento).

Descrizione: