SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 001-00733-05

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Torino
Ultimo aggiornamento: 2023-12-05
Comune: Locana
Località: Bertodasco

DESCRIZIONE GENERALE

Il settore di Bertodasco è stato interpretato come una frana complessa, caratterizzata da più superfici di movimento a diverse velocità, che si sviluppa in seno ad una deformazione gravitativa di versante che coinvolge il settore meridionale della dorsale spartiacque Orco- Piantonetto.




METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Rilevamento sul terreno, Monitoraggio, Dato storico/archivio, Segnalazione

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: Complesso

Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso

Data ultima valutazione stato di attività: 2009

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: monitoraggio, dati da Satellite,

Descrizione: Sulla base dei dati strumentali e dell’analisi morfologica sono state individuate tre zone (denominate A, B e C). La zona inferiore o zona C (90000 mq) è la più attiva e presenta un ammasso roccioso disarticolato, la tipologia di movimento prevalente ipotizzata è uno scivolamento lungo numerose e complesse superfici a probabile geometria circolare. Le scarpate hanno altezze comprese tra 1 e 10 m. I movimenti che hanno caratterizzato la parte superiore hanno causato la progressiva distruzione dell’abitato di Bertodasco. Nella parte frontale si sono verificati numerosi colamenti e crolli che hanno causato danni alla S.S. 460. La zona B (180000 mq) è delimitata lateralmente da una scarpata rettilinea, la tipologia di movimento prevalente è probabilmente di tipo planare, lungo superfici che coincidono con la scistosità. L’instabilità di questo settore determina anche una parziale traslazione della zona A. Quest’ultima è quella in cui gli elementi morfologici sono meno definiti. Nella parte inferiore sono state osservate fratture aperte, ondulazioni e rigonfiamenti.


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione
12000/10attendibile
11705attendibile
11706attendibile
11954/04attendibile
11954/05attendibile
11957/06attendibile
11940/06attendibile
11941/05attendibile
11942attendibile
11948/05attendibile
11951attendibile
11951/11attendibile
11955attendibile
11956attendibile
11988attendibile

Attivazione principale: Data compresa tra il 1953/05 e il 1953/05

Fonti: archivi,


CAUSE

Precipitaz. eccezionali prolungate, materiale fratturato, superfici di taglio preesistenti, orient. sfavorev. discont. prim.

SEGNI PRECURSORI


GEOMORFOLOGIA

Sulla base di rilievi geomorfologici, misurazioni strumentali, interpretazioni storiche ed evidenze cinematiche, condotti a partire dal 1929, il modello interpretativo del versante in frana individua tre settori a diversa cinematica evolutiva:
- la zona di Ronchi (001-00733-20), caratterizzata da una fase di evoluzione del processo deformativo molto avanzata che ha determinato lo smantellamento dell'originaria compagine rocciosa, e ora caratterizzata da movimenti continui e estremamente lenti che possono essere considerati residuali;
- il settore Perebella (001-00733-01), riconducibile ad una fase iniziale di sviluppo del fenomeno deformativo, caratterizzato da una sostanziale stabilità;
- il settore di Bertodasco (001-00733-05), riconducibile ad una fase di sviluppo intermedia tra le due precedentemente descritte, e caratterizzato da un grado di attività maggiore, con movimenti più accentuati.
Il dislivello del versante interessato da movimento gravitativo profondo (dal settore Ronchi al settore Bertodasco) è di 1400 m: da quota 760 m a quota 1900 m circa.

Gli studi nel tempo hanno consentito di individuare il settore di Bertodasco come quello più suscettibile di evoluzione catastrofica (Regione Piemonte & Université J. Fourier, 1996). Per questa ragione, l’attenzione è stata focalizzata per anni su questo settore, che può essere suddiviso in tre zone a diverso grado di mobilità crescente verso il basso, definite rispettivamente A, B e C. Dal punto di vista altimetrico, il settore Bertodasco può essere così schematizzato:
• Zona A: da quota 1560 m a quota 1400 m circa;
• Zona B: da quota 1400 m a quota 1160 m circa;
• ZonaC: da quota 1160m a quota 900 m circa.
L'esposizione dell'intero versante è rivolta verso S-SE.La pendenza media del settore orientale (Bertodasco) è circa 27°.

La zona A include la parte superiore del settore, dove i movimenti del versante e le relative caratteristiche geomorfologiche sono meno evidenti. Sebbene disgregata, questa zona mantiene ancora la struttura originaria dell’ammasso, con spostamenti di minore entità. Movimenti più significativi si possono riscontrare nella parte orientale inferiore di questa zona, caratterizzata da fratture aperte che suddividono l’ammasso roccioso in blocchi di grosse dimensioni.
La zona B è delimitata da una serie di prominenti scarpate sub-parallele al sistema di giunti principale, alcune delle quali presenti già prima delle riattivazioni della frana del 1953. La geometria di queste scarpate è ben definita e lineare, e corrisponde ad un movimento verso valle di 3-4 m. Gli spostamenti della zona B hanno indotto la traslazione parziale del settore orientale inferiore della zona A, oltre al ribaltamento ed alla caduta di grossi blocchi che hanno causato danni alle strutture dell’IREN.
La zona C, affetta dai maggiori movimenti gravitazionali sin dagli anni ’30, è estremamente eterogenea ed è costituita da blocchi rocciosi disgregati di varie dimensioni. Una grande scarpata curva (riconoscibile anche da foto interpretazione) separa questa zona dalla zona B. La porzione superiore della zona C è caratterizzata da movimenti lungo diverse scarpate concave e sub-parallele che hanno comportato un brusco cambiamento della morfologia del versante. Questi lenti ma costanti movimenti e le improvvise accelerazioni registrate in periodi di pioggia intensa hanno causato molti danni al villaggio di Bertodasco negli ultimi sessant’anni. La parte inferiore della zona C è invece affetta da fenomeni di colate detritiche che hanno parzialmente distrutto la S.S. 460 e che hanno determinato la costruzione di una galleria paramassi.

Nel mese di ottobre 2020 il territorio piemontese ed anche la Valle Orco sono stati interessati da un evento alluvionale. L'indicatore più evidente di una attivazione della frana in questo periodo autunno-invernale è il buco formatosi tra due sellette ravvicinate della condotta, appena a monte del blocco di ancoraggio che ospita V2, osservato nel corso di sopralluoghi nel maggio 2021. Gli spostamenti sono stati registrati dai capisaldi topografici gestiti da IREN. Il buco attualmente misura in superficie circa 80 cm x 100 cm, si sviluppa in profondità per almeno 6 m e, appare estendersi in profondità verso NE. Si imposta in materiali di riporto e piccoli blocchi. Poco più a Nord in corrispondenza di una depressione morfologica allungata nella stessa direzione della condotta i blocchi giustapposti che la rivestono mostrano in alcuni punti evidenza di possibile movimento reciproco.


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m):
Quota unghia Qt (m):
Lungh. orizz. Lo (m): 1000
Dislivello H (m):
Pendenza (°): 0
Testata: Parte media del versante - Unghia: Parte bassa del versante
Azimut movim. (°):
Area totale A (m2):
Larghezza La (m): 500
Volume massa sp. (m3): 35000000
Profondità sup. sciv. Dr (m): 40.00
Esposizione: SE


GEOLOGIA
Formazione Descrizione
SERIE DEL MASSICCIO DEL GRAN PARADISOgneiss granitoidi e gneiss occhiadini, minori micascisti e cloritoscisti

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione
81Nuclei/centri abitaticentro abitato minoregrave
109Strutture servizio pubblicocentrale elettricanon valutabile
111Strutture servizio pubblicocondotta forzatagrave

Tipo danno: diretto caduta in un invaso sbarramento corso d'acqua rottura di diga di frana rottura di diga di frana

Persone: morti: Sferiti Sevacuati 0a rischio 0

Edifici coinvolti: 0 privati,

Edifici a rischio: 0 privati, 0 pubblici.

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore
6LOCALocanaRosoneArpa Piemonte


Data ultimo aggiornamento descrizione:2023-11-30

Inquadramento del sistema di monitoraggio.
Il sistema di monitoraggio è posto a controllo dei movimenti franosi che si sviluppano sul versante di Rosone: gli strumenti sono collocati su tre fenomeni, censiti nel SIFRAP con i codici 001-00733-20 (settore Ronchi), 001-00733-01 (settore Perebella), 001-00733-05 (settore di Bertodasco). Il versante è attualmente monitorato da Arpa mediante un sistema topografico GPS a lettura manuale ed automatizzata, da un inclinometro dotato di due sensori automatizzati posti tra 40 e 42m di profondità e da una serie di basi distanziometriche. Sul versante, in particolare a controllo delle strutture idroelettriche, sono presenti altri sistemi di monitoraggio gestiti da IREN.
Il monitoraggio strumentale è stato effettuato fin dagli anni ’50 allo scopo di quantificare gli spostamenti dei fenomeni franosi e di valutare l’interazione nel tempo con le strutture idroelettriche su essi insistenti (vasca di carico e condotta forzata).
L’attività di monitoraggio è stata svolta in varie fasi, di cui di seguito si riporta l’evoluzione cronologica:
- 1953: verifica delle deformazioni indotte sull’asse della condotta forzata mediante il controllo periodico dei blocchi di ancoraggio con metodi topografici; le misure periodiche manuali proseguono fino al 1993;
- 1959: installazione di sei estensimetri, a cui se ne aggiungono altri quattro nel 1970, nelle immediate vicinanze della condotta forzata;
- 1984: realizzazione di quattro verticali inclinometriche, integrate da altrettante nel 1991, ed esecuzione di misure manuali periodiche;
- 1991: realizzazione di due sondaggi con installazione di celle piezometriche;
- 2000: installazione di un sistema di monitoraggio dotato di strumentazione automatizzata e controllato h24 da un centro di acquisizione ed elaborazione dati appositamente configurato presso l’impianto IREN di Rosone (rete topografica a lettura ottica). Questo sviluppo del sistema di monitoraggio ha rappresentato una evoluzione verso un sistema di sorveglianza dei movimenti del versante per l’attuazione, al superamento di soglie strumentali prefissate, di specifiche procedure di protezione civile. Comprende:
. una rete topografica per il controllo degli spostamenti superficiali del versante costituito da una stazione totale che rileva ad intervalli regolari la posizione di 8 vertici; di questi ultimi 5 sono ubicati lungo la condotta forzata e 3 sul corpo di frana.
. una rete geomeccanica per la misura dell'entità delle deformazioni in superficie ed in profondità ed il controllo del livello di falda;
. una rete geofisica per il monitoraggio microsismico dell'area (disattivata a causa della scarsa significatività dei dati fino ottenuti);
. una rete idrometeorologica;
. un centro di acquisizione dati, elaborazione e sorveglianza, al quale pervengono via radio e/o via cavo i dati della strumentazione a funzionamento automatico installata sul versante
- 2013: nell’ambito della convenzione Arpa Piemonte – Regione Piemonte (rif. DDG n. 47 del 26/06/2013) per la gestione e l’adeguamento del sistema di monitoraggio sul versante di Rosone con finalità di prevenzione territoriale e di protezione civile, Arpa Piemonte ha effettuato l’adeguamento della strumentazione del sistema di monitoraggio secondo quanto specificato nell’allegato Tecnico alla suddetta convenzione. La riconfigurazione del sistema di controllo ha avuto come obiettivo il suo inserimento nella rete regionale di controllo dei movimenti franosi (ReRCoMF) gestita da Arpa, garantendo la continuità con le precedenti misure, ed è stata finalizzata al mantenimento di un’attività di controllo periodico compatibile con un monitoraggio di tipo conoscitivo, contestualmente effettuando uno sfoltimento della strumentazione automatizzata concepita per una differente finalità di allertamento (real time). Tale scelta ha comportato la cessione in comodato d’uso della rete topografica a lettura ottica (stazione totale e mire) la cui gestione è stata affidata a IREN, che periodicamente trasmette ad Arpa le risultanze. Il sistema di controllo mediante postazioni GPS permanenti ad acquisizione in continuo è costituito da cinque stazioni, di cui tre installate in frana. Ad integrazione del sistema, sono stati installati alcuni Riflettori permanenti (PS) da utilizzare come punti di controllo mediante analisi interferometrica satellitare.
- 2018: nel 2018 è stata rimossa la postazione inclinometrica a sonde fisse nel tubo A3, non più operativa a causa dell'eccessiva deformazione del tubo
- 2019: nell'estate 2019 è stato realizzato un nuovo inclinometro (I4-I6LOCA4).
- 2020: nell’estate del 2020 sono state installate due sonde inclinometriche automatizzate alle profondità di 40 e 41,5 m all’interno del tubo I6LOCA4 (I4), realizzato nel giugno 2019; la postazione si trova presso la località Bertodasco, in prossimità del tubo inclinometrico A1, dismesso da lungo tempo e funzionante in modalità continua (sonda fissa a -39.5 m) dal 2000 al 2006.

Interpretazione dei dati strumentali
Il confronto delle risultanze fornite dalle tipologie strumentali integrate nel sistema di Arpa (capisaldi topografici GPS, basi distanziometriche ed inclinometri) ha permesso di osservare una buona correlazione fra le velocità medie di spostamento registrate dagli strumenti in frana, evidenziando il lento e continuo movimento del versante. Tale situazione è confermata anche dall’analisi dei dati interferometrici. In particolare, i dati strumentali ed interferometrici confermano un modello interpretativo del versante in frana in cui si individuano tre settori a diversa cinematica evolutiva (vedi descrizione morfologica).

Misure topografiche GPS manuali: i capisaldi topografici GPS a lettura manuale registrano in generale un lento e progressivo spostamento verso valle (velocità media di spostamento compresa tra 1 e 3 cm/anno), con attività maggiore nei pressi della borgata Bertodasco, in particolare nel settore compreso tra i capisaldi 13 a monte e 22 a valle, che indicano attualmente spostamenti tra i 5 e i 12 cm dalle misure di origine, effettuate tra il 2016 e il 2017.
Le misure delle basi distanziometriche confermano quelle dei capisaldi GPS, indicando la progressiva apertura delle basi CD ed EF ed IL, e la progressiva chiusura della base GH (tutte le basi distanziometriche sono installate nell'area di Bertodasco).

Misure inclinometriche: gli strumenti A4-I6LOCA3, 103-I6LOCA1 e A3-I6LOCA2 hanno evidenziato nel tempo netti movimenti lungo superfici profonde, fino ad essere poi ostruiti dall'evoluzione del movimento (tubo A4 ostruito dal movimento franoso a 30 m di profondità nel 2019, tubo 103 a 54 m; tubo A3 a 72 m).

Misure inclinometriche automatizzate: la postazione installata nel 2020 ha confermato la presenza di un movimento lento e pressoché continuo controllato dalla sonda collocata alla profondità di 40 m: dal luglio 2020 al novembre 2023 ha raggiunto circa 7 mm di spostamento locale, con lievissime accelerazioni nell’autunno 2020 e nelle primavere degli anni succcessivi. La sonda collocata a 41,5 m di profondità indica dal giugno 2021 un incremento del movimento decisamente modesto (attualmente circa 1 mm).

Misure GPS automatizzate: La rete di capisaldi topografici GPS automatizzata conferma il movimento lento e continuo nel tempo, con accelerazioni stagionali primaverili, correlate con la fusione del manto nevoso. Rispetto alla misura di origine, i tre caposaldi in frana mostrano un movimento lento e progressivo nel tempo (con velocità comprese all'incirca tra 0.7 e 1,7 cm/anno), con maggiore incremento degli spostamenti nel periodo primaverile.Gli spostamenti planoaltimetrici complessivi dall'origine raggiunti dai punti di misura sono compresi tra 6,3 (ROS1) e 15,4cm (ROS3); ROS2 e ROS3 registrano abbassamenti di quota tra 6 e 11 cm.

Misure topografiche condotte da IREN ENERGIA S.p.A.
I dati aggiornati all’ottobre 2023 relativi ai tre vertici in frana (FR2, FR4 e FR5) evidenziano quanto segue:
Vertice FR2 (ubicato presso gli strumenti Arpa G6LOCA17 e G6LOCA300): si osserva un andamento sinusoidale delle componenti planimetriche, con ciclo annuale. Nel periodo di osservazione marzo 2019 - ottobre 2023 le misure indicano uno spostamento verso Sud pari a 7 cm, verso Est di 4 cm ed un abbassamento di quota pari a circa 4 cm.
Vertice FR4 (ubicato poco a monte dello strumento Arpa G6LOCA200): Si osserva un andamento sinusoidale delle componenti planimetriche, con ciclo annuale. Nel periodo di osservazione marzo 2019 - ottobre 2023 le misure indicano uno spostamento verso Sud pari a 9 cm, verso Est di 4 cm ed un abbassamento di quota pari a circa 5 cm.
Vertice FR5: Si osserva un andamento sinusoidale della componente Nord-Sud, con ciclo annuale. Nel periodo di osservazione marzo 2019 - ottobre 2023 le misure indicano una sostanziale assenza di spostamenti planimetrici ed un abbassamento di quota pari a circa 2 cm.
Nel periodo ottobre - dicembre 2020, tutti i vertici hanno presentato accelerazioni, probabilmente correlabili con le intense precipitazioni occorse sull'area nei primi giorni dell'ottobre 2020.

Interpretazione dei dati interferometrici
Per quanto riguarda l'analisi dei dati interferometrici, in generale il settore di versante su cui si sviluppa la DGPV di Rosone è caratterizzato da una buona distribuzione di punti in entrambe le geometrie di acquisizione. L’analisi di visibilità eseguita con il metodo CR-index mette in luce la buona esposizione e inclinazione del versante limitata da una copertura vegetale che ne condiziona l’utilizzo nella porzione bassa del versante. E’ importante notare sin da subito che la zona C dell’area di Bertodasco si trova in posizione sfavorevole ad un’analisi SqueeSAR™ standard in quanto la copertura vegetale non permette al radar interferometrico di elaborare bersagli utili alla riflessione del segnale. Procedendo però con un’analisi di visibilità tramite R-Index (visibilità satellitare senza l’apporto dell’uso del suolo) la situazione migliora notevolmente.
Dall’analisi del seminato PS a disposizione e tenendo in considerazione quanto detto in merito alla visibilità è stato possibile comunque fare un’accurata analisi di deformazione del sito al fine di produrre una serie di valutazioni importanti sia per la comprensione della dinamica evolutiva del fenomeno che della bontà del sistema di sorveglianza installato. Dall'analisi qualitativa del dato risulta interessante valutare che i campi di velocità messi in evidenza sul versante di Rosone siano concordi con quanto interpretato attraverso il rilevamento geomorfologico e gli studi condotti sulla frana. In particolare in base alle velocità si possono nettamente distinguere i tre settori a differente evoluzione. La zona di Ronchi con movimenti continui e estremamente lenti che possono considerarsi residuali, il settore Perebella caratterizzato da una sostanziale stabilità evidenziata anche da una più diffusa vegetazione e infine il settore di Bertodasco dove sono localizzati i movimenti più accentuati.
Zoomando in dettaglio nel settore di Bertodasco la disponibilità di dati da 1992 al 2010 nelle due orbite satellitari ha permesso di analizzare il dato in maniera specifica spingendo l’analisi ad un confronto diretto con il dato numerico relativo ai sistemi di monitoraggio tradizionale. Il primo approccio che è stato possibile condurre è relativo alla proiezione del modulo di velocità dei PS lungo la giacitura della scistosità SR in quanto ipotizzato che lungo tale direzione si attesti il movimento principale. Il dettaglio del seminato evidenzia come una grande diffusione di PS sia ubicato nella parte mediana del versante in corrispondenza della zona B della frana di Bertodasco. L’area così individuata è caratterizzata da movimenti che si posizionano su valori di 1, 1.5 cm all’anno che man mano riducono la loro intensità salendo verso monte per poi attestarsi su valori di stabilità sopra la quota 1500 dove viene identificata la zona A del fenomeno. Come già anticipato la zona C non presenta bersagli naturali utili all’analisi.
Concludendo l’analisi PS dell’area di rosone pone il sistema come complementare all’analisi degli strumenti in sito. La disponibilità di una così grande quantità di dati ci aiuta a confermare quanto interpretato dall’analisi geologico-strutturale del dissesto. A livello conoscitivo la regolarità di acquisizione circa ogni 2 mesi del dato satellitare garantisce in toto la storia evolutiva dell’intero versante. La possibilità di integrare il dato diffuso con oggetti ad alta precisione ubicati in zone strategiche del versante fa di questa tecnica un effettivo ed efficace strumento per il controllo da remoto del versante analizzato. Mettendo a confronto quanto emerso dall’analisi dei dati strumentali diretti (GPS inclinometri e topografico) e i dati dell’analisi PS si verifica un sostanziale accordo sui valori di spostamento misurato permettendo in ultima analisi la confidenza di spazializzare il valore numerico puntuale relativo al dato in continuo nell’ottica di meglio comprendere la dinamica dell’intero fenomeno.


IDROGEOLOGIA

Descrizione:

Sorgenti: Falda: acque assenti: N
acque stagnanti: N ruscellamento diffuso: N ruscellamento concentrato: N

STATO DELLE CONOSCENZE
Sismica down-hole, inclinometri, piezometri, estensimetri, relazione geologica, monitor. Topografico, monitor. Idrometeorol., altro, perforaz. Geognostiche, analisi geotecniche lab., sismica di superficie

INTERVENTI

Gruppo Tipo Realizzazione
Mitigazione dannievacuazionen.d.


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno
243965Studi di fattibilita` preliminare per il rinnovo degli impianti di produzione idroelettrica in Valle Orco Sea Geoconsulting
244027Carta geomorfologica del Parco Nazionale Gran ParadisoGiovanni Mortara, Marco Giardino
335678Report di sopralluogo su frana ReRCoMF - Comune di Locana (TO), località Rosone, Regione Piemonte, Arpa Piemonte2021
244248Abitati da trasferire e da consolidare della Provincia di Torino, schede tecnicheClaudia Rostagno, Giovanni Ponchia, Saverio Cillis2005
244013Attivita` di progettazione, fornitura e installazione di un sistema di monitoraggio integrato del movimento franoso di Rosone - Rapporto di sintesi delle indagini geologiche Enel, Studio Geotecnico Italiano s.r.l.2001
30010Atlante dei centri abitati instabili piemontesiManlio Ramasco, Fabio Luino, Gianfranco Susella1994