SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 004-01249-00

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Cuneo
Ultimo aggiornamento: 2017-12-21
Comune: Scagnello
Località: Cascina Nuova

DESCRIZIONE GENERALE

Il 4 maggio 1991 in località Mongia del comune di Scagnello una frana causò l'interruzione della strada provinciale 34 al km 9,5; il dissesto si verificò nel settore medio-inferiore del versante sinistro della valle Mongia.
L'instabilità di quest'area è determinata dalla presenza di uno strato argilloso costituente la superficie di scivolamento.
La causa predisponente di quest'ultima riattivazione può essere individuata nella rimozione di materiali di accumulo (circa 3500-4000 metri cubi) di più antichi franamenti, per l'ampliamento della SP 34. Causa innescante sono state invece le abbondanti precipitazioni, sia piovose sia nevose, nei due mesi precedenti il dissesto.
(fonte 310407)



METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Dato storico/archivio

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate
Volo:Alluvione 1994 - Regione PiemonteStrisciata:57Fotogramma:6300


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: scivolamento rotazionale

Stato attività: Quiescente

Data ultima valutazione stato di attività: 2017

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: Rilevamento su terreno,

Descrizione: Il fenomeno è classificabile come uno scivolamento planare lungo superficie di strato. Nel caso specifico la superficie di scivolamento è rappresentata da uno strato argilloso di colore giallastro inclinato di 26°-28°; la sua potenza varia da un minimo di 0,2-0,5 m nella zona di nicchia, a un massimo di 2,3 m in corrispondenza del sondaggio n. 2 di quota 563 m.
(fonte 310407)


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione

Attivazione principale: Data compresa tra il 1991/05/04 e il 1991/05/04

Fonti:


CAUSE

Precipitaz. eccezionali prolungate, scavo al piede del pendio, orient. sfavorev. discont. prim., contrasto di permeabilità 

SEGNI PRECURSORI

Rigonfiamenti


GEOMORFOLOGIA

La presenza di numerose zolle isolate, avvallamenti, contropendenze e antiche scarpate osservate precedentemente all'evento franoso denota che il processo studiato rappresenta la riattivazione di precedenti movimenti gravitativi.
Il materiale franato presenta, a seconda delle zone, un diverso grado di disarticolazione, a causa della dinamica del movimento, non omogenea su tutta l'area.
Nel settore sommitale, sul fianco sinistro in corrispondenza della nicchia principale, la presenza di una profonda trincea preesistente ha favorito lo scivolamento planare di una zolla del volume stimato di circa 400-500 metri cubi, che nella traslazione di una trentina di metri si è suddivisa in porzioni minori.
Il settore centrale del corpo di frana conserva ancora abbastanza integra la morfologia originaria.
Nel settore medio-inferiore il materiale è traslato in maniera differente: verso il fianco destro, a partire da quota 560 m, movimenti differenziali hanno determinato la formazione di una nicchia di distacco secondaria, con maggiore disarticolazione della massa franata. Verso il fianco sinistro invece il materiale non sembra aver subito grandi disarticolazioni e si rileva solamente l'apertura di trincee.
(fonte 310407)


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m): 600
Quota unghia Qt (m): 520
Lungh. orizz. Lo (m): 190
Dislivello H (m): 80
Pendenza (°): 24
Testata: Parte media del versante - Unghia: Fondovalle
Azimut movim. (°): 0
Area totale A (m2): 13359
Larghezza La (m): 100
Volume massa sp. (m3): 40000
Profondità sup. sciv. Dr (m): 0.00
Esposizione: NE


GEOLOGIA

Inquadramento geologico: I litotipi oligocenici del Complesso del bacino continentale di Bagnasco affiorano estesamente nell'area compresa tra Bagnasco e Mombasiglio, mentre nell'area dove si colloca il dissesto sono riconoscibili solo in un piccolo lembo ridotto, caratterizzato da conglomerati monogenici, in bancate a stratificazione indistinta con ciottoli per lo più arrotondati, con intercalazioni di livelli arenacei, arenaceo-siltosi rossastri e marnoso-siltosi.
Dal punto di vista strutturale in questa zona sono segnalati due sistemi di faglie presunte, fra loro ortogonali: il primo con andamento NNE-SSW, il secondo con orientamento probabile NW-SE.
(fonte 310407)

Formazione Descrizione
ALTROSedimenti conglomeratici dell'Oligocene appartenenti al Complesso del bacino continentale di Bagnasco.

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione
2813Stradeprovincialegrave1991/05/041991/05/04La massa franata bloccò la provinciale; l'unica via alternativa utilizzabile per il collegamento dei comuni di Viola e Lisio con il cebano era rappresentata da una vecchia strada comunale non percorribile dagli automezzi pesanti. (fonte 227290) Nel mese di dicembre 1991, dopo sette mesi di chiusura, la strada venne riaperta al traffico. (fonte 227293)

Tipo danno:

Persone:

Edifici coinvolti:

Edifici a rischio:

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore


Data ultimo aggiornamento descrizione:

Nei mesi successivi all'evento sono stati eseguiti tre sondaggi, di circa 20 m di profondità, per la posa in opera di tubi inclinometrici, mentre a un centinaio di metri dall'area franata è stato installato un pluviografo per confrontare il valore di pioggia registrati con l'entità di eventuali scivolamenti. La disposizione di una fitta rete di capisaldi, sia sul corpo di frana sia in settori limitrofi non coinvolti nel movimento, ha consentito la realizzazione di un sistema di controllo effettuato dal versante opposto. Presso la nicchia principale, sulla zolla più voluminosa (circa 300 metri cubi), è stato sistemato un terzo sistema di monitoraggio, costituito da un estensimetro a filo Invar di 1 mm di diametro, posto in tensione tra la zolla instabile e una zona stabile, esterna alla frana.
(fonte 310407)


IDROGEOLOGIA

Descrizione:

Sorgenti: Falda: acque assenti:
acque stagnanti: ruscellamento diffuso: ruscellamento concentrato:

STATO DELLE CONOSCENZE

INTERVENTI

La riapertura della strada provinciale comportò una sua breve deviazione, la realizzazione di gabbioni protettivi con massi ciclopici a monte della carreggiata e di un largo muro di sostegno nella scarpata sottostante per evitare l'erosione delle acque del Mongia. (fonte 227293)

Gruppo Tipo Realizzazione
SostegnogabbioniRealizzati
SostegnomuriRealizzati


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno
310407La frana del 4 maggio 1991 in località Mongia nel Comune di Scagnello (CN)Gianfranca Bellardone, Franco Godone, Fabio Luino, Giuseppe Galliano1992
227290Maltempo a Ceva1991
227293Riaperta la provinciale della valle Mongia1991