SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 004-36506-01

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Cuneo
Ultimo aggiornamento: 2015-02-25
Comune: Rodello
Località: Piandamiane

DESCRIZIONE GENERALE

Esteso settore di versante ubicato a ovest del concentrico di Rodello, in destra idrografica del Rio Montelupo, caratterizzato da una morfologia derivata dalla sovrapposizione di fenomeni franosi prevalentemente di tipo planare.
Informazioni di dettaglio in merito a questo settore di versante derivano da uno studio realizzato dalla Sea Consulting srl riguardante l'edificabilità dell'area P.E.C. ubicata immediatamente a valle della località Piandamiane.




METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Monitoraggio, Dato storico/archivio

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: Settore CARG

Stato attività: Quiescente

Data ultima valutazione stato di attività: settembre 2019

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: monitoraggio,

Descrizione: L'area di versante è stata perimetrata come Settore Carg sulla base degli elementi geomorfologici di tipo gravitativo che la contraddistinguono.
Al suo interno sono riconosciuti 3 piccoli fenomeni franosi specifici desunti attraverso fotointerpretazione.


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione

Attivazione principale:

Fonti:


CAUSE

Precipitaz. eccezionali prolungate, orient. sfavorev. discont. prim., contrasto di permeabilità 

SEGNI PRECURSORI


GEOMORFOLOGIA

Lungo il versante a franapoggio in cui ricade l’area studiata si riconoscono almeno 4 ordini di scarpate (altezza tra 4 e 10 m, generalmente rimodellate) che possono essere interpretate come nicchie di distacco di altrettante frane planari, per le quali non si riconosce l’estensione areale della massa spostata (frane pregresse non databili). L’inviluppo di queste frane costituisce un’area nella quale si può ricostruire l’evoluzione, sia spaziale sia temporale, del versante determinata dal susseguirsi di frane planari in risposta all’approfondimento del livello di base operato dai rii.
Al piede del versante sono individuabili le scarpate di origine fluviale recente (altezza di 20-30 m) di pertinenza sia del rio di Montelupo sia dei rii secondari. In questi ultimi è ben visibile l’azione erosiva recente/attuale che ha formato ripide scarpate dalle quali si innescano frequentemente frane di crollo (soprattutto presso la confluenza) e frane superficiali tipo soil-slip coinvolgenti la copertura colluviale.
(fonte 334100)


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m): 0
Quota unghia Qt (m): 0
Lungh. orizz. Lo (m): 0
Dislivello H (m): 0
Pendenza (°): 0
Testata: In cresta - Unghia: Fondovalle
Azimut movim. (°): 0
Area totale A (m2): 1089523
Larghezza La (m): 0
Volume massa sp. (m3): 0
Profondità sup. sciv. Dr (m): 0.00
Esposizione: NW


GEOLOGIA

Inquadramento geologico: Il substrato è costituito da un'alternanza di livelli marnosi grigi, localmente giallastri, e di livelli sabbiosi grigiastri, rappresentati da sabbie a granulometria fine e media con clasti talora costituiti da frammenti millimetrici biancastri di conchiglie e con locali noduli arenacei. La potenza media dei livelli sabbiosi è di circa 25 cm, mentre quella dei livelli marnosi è di circa 50 cm.
La giacitura media della stratificazione, misurata in posto in 17 differenti siti, immerge mediamente verso N311°E ed è inclinata di 9.6°.
Lo stato di fratturazione del substrato marnoso è molto variabile. Di solito è molto alto nella zona superficiale per poi diminuire in modo piuttosto brusco, come osservato negli affioramenti lungo le incisioni. Lo spessore della zona superficiale più fratturata è molto variabile e negli affioramenti visitati varia tra 5 e 10 m. L’orientazione spaziale dei giunti misurati è piuttosto dispersa e l’inclinazione è quasi sempre subverticale; fanno eccezione alcuni piccoli giunti osservati lungo la scarpata della Strada Provinciale SP 32 che si dispongono a medio angolo verso N250°E. Sono presenti almeno 3 famiglie di giunti coniugati a giacitura subverticale immergenti verso N100-280° (K1), N150-350° (K2) e NE-SW (K3).
La stratigrafia dei terreni è stata dedotta mediante esecuzione di 3 prove penetrometriche dinamiche leggere (SCPT) spinte fino a rifiuto (5.80 - 7.00 m dal p.c.), di due sondaggi a carotaggio continuo terebrati fino alla profondità di 25 e 30 m dal p.c. ed attrezzati con piezometro ed inclinometro. Al di sotto di circa 20-40 cm di suolo si osserva la presenza di depositi limoso-sabbioso-argillosi di origine colluviale che ricoprono in modo continuo un substrato costituito da alternanze prevalentemente marnoso-sabbiose appartenenti alla formazione di Lequio.
All’interno della copertura colluviale si possono distinguere due unità (A e B): l’unità A, più superficiale, è essenzialmente rappresentata da limo sabbioso debolmente argilloso. La sottostante unità B è rappresentata da argille siltose a struttura è caotica e sabbie. Lo spessore della coltre colluviale dedotto dalla stratigrafia dei due sondaggi è di circa 7-8 m.
(fonte 334100)

Formazione Descrizione
FORMAZIONE DI LEQUIOFormazione costituita da una successione ritmica di origine torbiditica di sabbie o arenarie giallo rossastre in strati da 10 a 40 cm alternate a marne siltose di colore grigio in strati da 5 a 40 cm. La potenza della successione è stimata in circa 850 m. (fonte: Carta Geologica d'Italia, Foglio 81 "Ceva")

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione

Tipo danno:

Persone:

Edifici coinvolti:

Edifici a rischio:

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore
4RODCRodelloPiandamianeArpa Piemonte


Data ultimo aggiornamento descrizione:2019-09-04

Il sito di indagine è stato progettato con la finalità di monitorare il versante ubicato ad ovest e nordovest dell’abitato di Rodello, caratterizzato dalla presenza di scivolamenti planari per lo più allo stato quiescente con alcune locali attivazioni riconducibili all’evento alluvionale del novembre 1994. Gli strumenti realizzati, complessivamente 11 verticali inclinometriche e 14 verticali piezometriche, sono ubicati sul fenomeno descritto nella presente scheda e su quello censito nel Sifrap con il codice 004-36505-01.
Per quanto riguarda la strumentazione inclinometrica, sul presente dissesto ricadono i tubi I1, I2, I3, e I4; degli altri inclinometri I6, I7, I8, I9, I10, e I11 effettuano il monitoraggio del fenomeno con codice 004-36505-01 mentre I5, posizionato presso C. Deserto, è uno strumento di controllo.

La misura di origine risale al mese di settembre del 2012, le ultime letture di esercizio sono state eseguite nel mese di settembre 2019.
Nel periodo di attività della strumentazione non sono state rilevate deformazioni dei tubi inclinometrici riconducibili a movimenti gravitativi.


IDROGEOLOGIA

Descrizione: La situazione stratigrafica e le misure piezometriche effettuate hanno permesso di riconoscere due complessi idrogeologici principali, all’interno dei quali si sviluppano sistemi locali di flusso idrico: il primo complesso si imposta nei livelli sabbiosi posti nella parte bassa della coltre colluviale (unità B); il secondo nei livelli sabbiosi a cementazione variabile presenti nel substrato marnoso.
La correlazione dell’andamento dei due livelli piezometrici indica una buona connessione idraulica tra i due acquiferi, seppure con una certo grado di omogeneizzazione tra i due sistemi di flusso. Infatti, come risulta
evidente in figura 4, i livelli piezometrici del sistema superficiale sono più rapidamente reattivi alle variazioni rispetto a quelli del sistema profondo.
(fonte 334100)

Sorgenti: n.d. Falda: freatica acque assenti: N
acque stagnanti: N ruscellamento diffuso: N ruscellamento concentrato: N

STATO DELLE CONOSCENZE
Inclinometri, piezometri, perforaz. Geognostiche, analisi geotecniche lab., indagini idrogeologiche

INTERVENTI

L'intervento è stato autorizzato dalla provincia di Cuneo con Det. Dir. 350 del 26/07/2005 e consiste in una trincea lunga 205 m e di profondità compresa tra 6 e 9m, all'interno è stato collocato uno strato drenante con tubo microfessurato alla base. Il diametro
di tale tubo (180 mm) è stato calcolato in base alla portata da drenare, che dipende, in condizioni di flusso in regime laminare, dall'area bagnata a monte del dreno verticale (A), dalla conducibilità idraulica dell'acquifero (k) e dal gradiente idraulico della falda (i). L'acqua raccolta dal sistema drenante è smaltita sia all'intemo di un impluvio naturale ubicato a sud dell'area del PEC Piandamiane (tratta CH) sia lungo la cunetta della Strada Provinciale (tratta AC).
(fonte 300552)

Gruppo Tipo Realizzazione
Drenaggiotrincee drenantiRealizzati


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno
334100L'importanza del monitoraggio idrogeologico per la comprensione della dinamica dei versanti nelle Langhe. L'esempio di RodelloDario Fontan, A. Dematteis2014
316707Piano Esecutivo Convenzionato in loc. Piandamiane Sea Geoconsulting, Citiemme srl2009
300552Relazione conclusiva a termine della campagna di monitoraggio - PEC in Loc. Piandamiane Sea Geoconsulting2009
241251Progetto CARG - Carta dei Processi di Instabilita` conseguenti l`evento del 3-6 novembre 1994 - 1:50.000 - Fogli nn. 193 (Alba), 210 (Fossano), 211 (Dego) Arpa Piemonte, Servizio Geologico d`Italia2003