Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante
Nella notte tra il 21 e il 22 novembre del 1926 si verificò un'estesa frana sul versante sinistro idrografico del Torrente Negrone, circa 500 metri a monte della sua confluenza con il Torrente Tanarello da dove ha origine il Fiume Tanaro; nei pressi della zona franata ha sede la frazione di Pornassino costituita da una ventina di abitazioni che all'epoca erano abitate da 47 persone.
Il fenomeno franoso causò pesanti danni alla viabilità principale e secondaria, agli appezzamenti agricoli e problemi alle attività collocate a ridosso del Fiume Tanaro (opifici e cartiera) a causa dell'intorbidamento dell'acqua.
Anche in conseguenza del fenomeno franoso l'abitato di Pornassino si spopolò progressivamente.
Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Rilevamento sul terreno, Monitoraggio, Dato storico/archivio
Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti
Sopralluoghi effettuati da Arpa Piemonte:
- 1 luglio 2014: rilievo morfologico della zona medio-alta
Immagini aeree consultate
Volo:Alluvione 2000 - Regione Piemonte | Strisciata:32A | Fotogramma:505 |
Tipo di movimento principale: scivolamento rotazionale
Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso
Data ultima valutazione stato di attività: aprile 2019
Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: monitoraggio,
Descrizione: La frana di Pornassino rappresenta la riattivazione del settore inferiore del più ampio fenomeno censito nella scheda 004-40013-01.
La fragilità di questo settore di versante era già nota nel passato come testimonia il toponimo "Sliggia della Madonna" ("sliggia" nel dialetto locale significa frana) che si può leggere sulla Carta degli Stati Sardi del 1884 (fonte 222833).
La frana fu la conseguenza delle importanti precipitazioni meteoriche che si verificarono frequentemente nella provincia di Cuneo a cominciare dal 16 maggio e soprattutto al nubifragio che si scatenò nei giorni 19-20-21 di novembre (fonte 222886).
Il fenomeno, che rimobilizzò l'accumulo della frana censita alla scheda 004-40013-01, si sviluppò principalmente secondo meccanismi combinati di scivolamento traslazionale e di colamento.
ID | Data | Attendibilità | Descrizione |
---|
Attivazione principale:
Fonti:
Materiale debole, precipitaz. eccezionali prolungate, orient. sfavorev. discont. prim.
Fenditure, fratture
Il fenomeno si presenta con morfologia generale opposta del cono tipico di frana ovvero con un'anomala forma più ampia a monte e più stretta a valle; la ragione è da individuarsi nel fatto che i materiali in movimento si incanalarono lungo i valloncelli percorsi dal Rio del Coniglio e dal Rio della Madonna, affluenti del T.Negrone, mentre rimasero saldi i due speroni rocciosi centrali che suddivisero il materiale precipitato nei due tronchi o coni secondari convergenti e corrispondenti ai predetti due valloncelli.
Nella zona a valle i materiali detritici si riunirono in una sola massa formata da massi rocciosi e da fanghiglia nerastra dovuta alla presenza di argilloscisti bruni grafitosi; questi ultimi resero torbide e nerastre le acque del Torrente Negrone e successivamente quelle del Tanaro.
Nella parte superiore della frana, lungo i cigli nord ed est, la parete di distacco misurava circa 150 metri di altezza.
Il volume della massa precipitata venne stimato in quantità non inferiore a 8.000.000 di metri cubi.
(Fonti: 222886)
All'atto dell'ultimo sopralluogo effettuato (luglio 2014) la frana si presentava ricoperta da un fitto bosco senza particolari evidenze morfologiche di movimento; fa eccezione il settore di scarpata che, sebbene più vegetato rispetto a 15-20 anni fa, continua ad essere marcatamente instabile a causa dei processi di calanchizzazione in atto.
Il processo erosivo a carico della scarpata di coronamento determina la formazione di colate detritiche che si riversano verso valle e danneggiano frequentemente la strada comunale sterrata per la frazione Fasce.
Quota corona Qc (m): 1410 |
Quota unghia Qt (m): 930 |
Lungh. orizz. Lo (m): 1050 |
Dislivello H (m): 480 |
Pendenza (°): 0 |
Testata: Parte bassa del versante - Unghia: Fondovalle |
Azimut movim. (°): 200 |
Area totale A (m2): 426665 |
Larghezza La (m): 500 |
Volume massa sp. (m3): 8000000 |
Profondità sup. sciv. Dr (m): 0.00 |
Esposizione: S |
Inquadramento geologico: Le informazioni geologiche generali sono riportate sul Foglio 91 (BOVES) della Carta Geologica d'Italia in scala 1:100.000.
Nel settore in esame il basamento roccioso è costituito da una successione vulcano-clastica permo-carbonifera che comprende numerose varietà litologiche: metarioliti, rioliti a grana grossa, livelli arenaceo-quarzosi, piroclastiti riolitiche, livelli pelitico-ceneritici, livelli quarzitici e conglomeratici massicci passanti a quarziti in strati.
La giacitura delle formazioni affioranti presso l'area in esame è generalmente a franapoggio quindi immergente a sud con inclinazione variabile.
Formazione | Descrizione |
PORFIROIDI DEL MELOGNO | |
SCISTI SERICITICI |
Codice | Danno | Dettaglio danno | Grado | Data min | Data max | Descrizione |
---|---|---|---|---|---|---|
2512 | Terreno agricolo | seminativo | grave | 1926/11/21 | 1926/11/21 | Vennero interamente distrutte sistemazioni agrarie e le culture praticate nella campagna franata (Fonti: 222886). |
2511 | Strade | provinciale | grave | 1926/11/21 | 1926/11/21 | Vennero distrutte le strade vicinali o comunali che intersecavano la zona sconvolta. La più importante fra queste, è la comunale che corre in fondo valle del Negrone prima e poi el Tanaro, ed allaccia le frazioni di Viozene, Upega, e Carnino oltre numerose altre frazioni e Casolari sparsi, alla strada di 1° Classe N°45 presso Ponte di Nava; essa venne completamente asportata per una lunghezza di 200 m circa (Fonti: 222886). Un danno analogo si verificò nel corso della riattivazione parziale del novembre 1956 quando la strada principale di fondovalle venne distrutta per un tratto di circa 100 metri (Fonti: 222906). |
2510 | Strade | comunale | grave | 1926/11/21 | 1926/11/21 | Vennero distrutte le strade vicinali o comunali che intersecavano la zona sconvolta. |
2509 | Attività economiche | impianto manifatturiero | medio | 1926/11/21 | 1926/11/21 | La presenza di argilloscisti bruni grafitosi nella massa franata, dilavati dalle acque superficiali e sorgive, determinò l'intorbidamento delle acque del Torrente Negrone e di conseguenza anche di quelle del Fiume Tanaro per molti chilometri a valle; tale effetto causò danni agli opifici industriali esistenti nella valle e alla Cartiera di Ormea per molto tempo dopo il fenomeno (Fonti: 222886). |
Tipo danno:
Persone:
Edifici coinvolti:
Edifici a rischio:
Costi:
Codice | Comune | Località | Gestore |
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4ORMA | Ormea | Pornassino | Arpa Piemonte |
Data ultimo aggiornamento descrizione:2019-04-17
L'esteso settore in frana (cfr. scheda 004-40013-01) che comprende la frana storica di Pornassino è monitorato sia mediante inclinometri e piezometri per il controllo dei movimenti in profondità sia mediante la tecnica topografica GPS per il controllo dei movimenti in superficie.
Sulla frana in esame ricade un solo inclinometro (codice I4ORMA0, nome I1) ubicato a lato della strada comunale per Fasce, circa 380 metri ad est di Pornassino.
La misura di origine risale ad ottobre 2001 ed è stato misurato fino a marzo del 2011 poiché nella successiva misura (settembre 2011) è risultato interrotto; nel periodo di esercizio ha messo in luce un netto movimento alla profondità di 2 metri che si è quantificato in 5,6 centimetri corrispondente ad una velocità media annua di deformazione di circa 6 millimetri.
A partire dal 2015 è stato posizionato un caposaldo GPS (codice G4ORMA6, nome 6) sulla briglia a lato della strada che è stato integrato nella rete di monitoraggio topografico della frana censita alla scheda Sifrap 004-40013-01.
La misura di origine risale al mese di aprile 2015, l'ultima misura di esercizio risale al mese di aprile 2019.
Nel periodo di esercizio il caposaldo ha subito uno spostamento di quasi 28 cm in direzione sud-sudovest (Azimut 206°N).
Sulla briglia viene effettuata a partire da novembre 2017 la lettura di una base distanziometrica riferita ad una ampia frattura della struttura.
Rispetto alla misura di origine si registra un'apertura di circa 6 mm.
Descrizione: La presenza di acque scorrenti nel sottosuolo è evidente per l'affioramento di numerose sorgenti, sgorganti nell'interno della frana e specialmente presso il suo ciglio ovest, a valle delle case di Pornassino (Fonti: 222886).
Sorgenti: | Falda: | acque assenti: |
acque stagnanti: | ruscellamento diffuso: | ruscellamento concentrato: |
Le comunicazioni tra Ponte di Nava e Viozene vennero provvisoriamente ristabilite, nel tratto in frana, mediante un passaggio di circostanza costruito da una compagnia di soladti alpini mediante fascinate disposte sul cono di deiezione della frana in sponda sinistra del Negrone (fonte 222886).
Lingo il corso d'acqua Rio della Madonna, in data non nota, sono state realizzate briglie con lo scopo di tentare di stabilizzare l'alveo.
Gruppo | Tipo | Realizzazione |
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Sistemazioni idraulico-forestali | viminate, fascinate | Realizzati |
Sistemazioni idraulico-forestali | briglie o soglie | Realizzati |
ID | Titolo | Autori | Anno |
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231760 | Monitoraggio della frana in località Pornassino | Aldo Acquarone | 2000 |
330056 | Progetto di monitoraggio su grandi movimenti di versante in ambiente alpino | Regione Piemonte - Direzione Regionale dei Servizi Tecnici e Prevenzione | 1998 |
242517 | Carta geologica degli affioramenti dell'alta Val Tanaro nel settore compreso tra Ponte di Nava e Viozene | Paolo Sassone | 1992 |
222906 | Ormea. Una gigantesca frana interrompe la strada di Viozene | 1956 | |
222886 | Frana avvenuta il 21 Novembre 1926 in località "Sligge Madonna" presso la frazione di Pornassino | Ispettorato Superiore del Genio Civile | 1927 |
222833 | Carta del Regno Sardo, area di Ormea (1850) | 1850 |