Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante
L’intero versante di Cosola è interessato da un esteso corpo di frana, che conferisce al territorio una morfologia ad acclività variabile, con tratti in controtendenza e brusche rotture di pendio; la frana di Cosola è in buona parte allo stato quiescente, ma ha subìto alcune importanti riattivazioni in tempi relativamente recenti.
Il corpo franoso di Aie è delimitato a E dal Rio delle Aie e dal Rio Arbarcio a W. L’accumulo gravitativo si estende lungo la direttrice NS. La dinamica evolutiva si esplica con una lenta traslazione a valle, che induce lesioni ai manufatti. Il substrato affiora lungo la sponda sinistra del Rio delle Aie, che incide il substrato in posto per lunghi tratti fino alla sua confluenza con il Cosorella, mentre la sponda destra è quasi ovunque formata da accumulo detritico. Al contrario, lungo Rio Arbarcio non sono presenti affioramenti di roccia in posto se non nelle porzioni più a monte dell’incisione, all’incirca al di sopra di quota 1000 (escludendo un subaffioramento nella parte distale, a quota 750 m).
L’aspetto più evidente del dissesto idrogeologico è dato dalle frane (in genere colamenti) che interessano porzioni superficiali della copertura, di cui la più evidente è quella che ha coinvolto la S.P. in corrispondenza dell’attraversamento del Rio delle Aie, a NE del concentrico. Le riattivazioni interessano principalmente il piede del corpo franoso; tra queste il sedime di fondazione del concentrico di Aie, compreso tra il corso del Rio delle Aie e il Rio Arbarcio risulta interessato da movimenti gravitativi. La dinamica della messa in posto del potente corpo detritico, che interessa la zona di Aie di Cosola, è legata all'interazione di movimenti gravitativi sovrapposti, parzialmente erosi e successivamente riattivati con meccanismi anche differenti, prevalentemente di colata e più limitatamente di scivolamento. Il meccanismo originario principale responsabile, comune anche al settore di Montaldo, è ascrivibile a debris flow in fasi successive conseguenti al trasporto di ingenti quantità di detriti derivanti molto probabilmente dall'evoluzione di una antica frana di tipo traslazionale planare originatasi dalla rottura in cerniera del fianco di una piega antiforme coricata.
Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda Sifrap di III livello:
https://webgis.arpa.piemonte.it/Web22/sifrap/iii_livelli/Cabella.pdf
Metodologie utilizzate: Rilevamento sul terreno, Monitoraggio, Dato storico/archivio
Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti
Sopralluoghi effettuati da Arpa Piemonte
- 18/04/2023: riprese fotografiche
Immagini aeree consultate
Tipo di movimento principale: Complesso
Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso
Data ultima valutazione stato di attività: 10/01/2023
Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: monitoraggio, dati da Satellite,
Descrizione: Il meccanismo originario principale responsabile, è ascrivibile a debris flow in fasi successive conseguenti al trasporto di ingenti quantità di detriti derivanti molto probabilmente dall'evoluzione di una antica frana di tipo traslazionale planare originatasi dalla rottura in cerniera del fianco di una piega antiforme coricata. Il materiale franoso depositatosi sul versante fino al fondo valle è stato rimodellato dall'azione erosiva dei torrenti e rii che scendono dal versante portando all'attivazione di dissesti localizzati. Tutto il corpo stabilizzatosi tende a ad avere un comportamento plastico tipo colamento lento collegato ad eventi meteorologici di importante entità che vanno ad influire sulla falda presente nell'ammasso detritico impostata al contatto corpo detritico-substrato roccioso in posto.
ID | Data | Attendibilità | Descrizione |
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1 | 1994/11/06 | attendibile | |
1 | 1993/09/23 | attendibile | |
1 | 2000/10/16 | attendibile | |
1 | 2002/11/26 | poco attendibile |
Attivazione principale: Data compresa tra il 1994/11/02 e il 1994/11/06
Fonti: Giornali, foto aeree, documenti storici,
Materiale collassabile
Lesioni dei manufatti
La posizione prossimale del bacino di Cosola e la natura rocciosa dei litotipi del substrato geologico determinano una elevata acclività dei versanti, configurando un paesaggio tipicamente montano-appenninico. L’acclività favorisce una elevata energia di versante: per questo motivo il settore di Cosola è particolarmente affetto da dissesti gravitativi e da marcati fenomeni di dinamica torrentizia. L'ossatura geologica, caratterizzata da una sequenza flyschioide intensamente fratturata ha contribuito inoltre, in modo determinante, nel contesto meteoclimatico che caratterizza questo settore dell'Appennino, ad accrescere le coperture di versante attraverso processi di alterazione, disgregazione e trasporto, responsabili del modellamento attuale dei pendii. La presenza di corpi di frana influenza le forme del paesaggio, con i caratteristici cambi di pendenza a monte degli accumuli e con l’interruzione dei versanti mediante forme rilevate tipicamente separate da incisioni torrentizie. La morfologia si presenta da mediamente a molto acclive (dorsale compresa tra il Rio Carpi ed il Rio di Montaldo) con tratti in contropendenza e brusche rotture di pendio in corrispondenza degli abitati di Aie e di Montaldo. Le forme di modellamento recente ed attuale sono da ascrivere soprattutto all’azione dilavante ed erosiva delle acque e ai processi gravitativi di versante, che evidenziano lo stato di degradazione e l’instabilità delle formazioni rocciose. Il reticolo idrografico locale presenta un pattern di tipo subparallelo dendritico scarsamente gerarchizzato che risente dell'andamneto geologico strutturale della zona.
Quota corona Qc (m): 1150 |
Quota unghia Qt (m): 720 |
Lungh. orizz. Lo (m): 1292 |
Dislivello H (m): 430 |
Pendenza (°): 18 |
Testata: Parte alta del versante - Unghia: Parte bassa del versante |
Azimut movim. (°): 185 |
Area totale A (m2): 6771 |
Larghezza La (m): 365 |
Volume massa sp. (m3): 0 |
Profondità sup. sciv. Dr (m): 0.00 |
Esposizione: SW |
Inquadramento geologico: La geologia della zona è caratterizzata da terreni del Cretaceo-Peleocene della Formazione dei Calcari dell'Antola che presenta, nelle serie tipica deIl'Antola, una polenza di circa 2000 m.
Dal punto di vista litologico si tratta di un flysch marnoso argilloso appartenente alle coltri alloctone delle Liguridi. La sequenza di Cosola è caratterizzalta da una successione che presenta il graduale passaggio verso l’alto da calcarenite a marna calcaerea e argilliti, con le marne comprese nell' orizzonte argillitico.
Dall'anallsi della frequenza percentuale dei litolipi rilevata de Abbate-Sagri (1967) relativamente ad una sequenza di 57,1m di Montalto di Cosola risulta:
a- calcareniti 21%
b- marne calcaree 49%
c- marne 13%
d- argilliti 17%
I quattro termini fanno parte di un'unica sequenza deposizinale di tipo torbiditica con passaggio dai termini più grossolani e di alta energia di trasporto ai termini più fini relativi a condizioni di basso
energia. Le calcareniti sono di colore grigio chiaro, generalmente gradate, o laminazione parallela e convoluta presentano uno spessore medio di 25 cm.
Le marne argillose sono di colore grigio chiaro talvolta nocciola caratterizzate da un tenore in carbonati superiore al 50%. le marne argillose passano verso l’alto a orizzonti marnosi con spessore medio poco superiore al metro.
Talvolta sono presenti marne calcaree intervallate da orizzonti argillitici. Le marne calcaree in strati con potenza media di 30 cm di colore grigio scuro al taglio fresco, presentano un contenuto medio in carbonati pari al 70%. Gli orizzonti argillitici si presentono ricchi di materiale carbonioso, con laminazione parallelo e convoluta. Lo spessore degli orizzonti è in media inferiore ai 10 cm. La potenza e frequenza percentuale degli orizzonti argillitici All’interno delle sequenze flishoidi aumenta verso il top della formazione, in corrispondenza della fascio superiore del versante del M. Ebro dove si ho il passaggio al Membro di Bruggi (Abbate, Sagri) che costituisce una variazione laterale di facies dei Calcari dell’Antola. Le analisi sulle frequenze percentuali dei litotipi indicano:
a - calcareniti 7%
b - marne calcaree 50 %
c - marne 10 %
d - argilliti 30 %
Per quanto riguarda il contenuto paleontologico studi effettuati dai Ibbeken sulla formazione hanno rilevato la presenza di microfaune o globigerine, gumbeline, globotruncane e spicole di spugna che non consentono una determinazione cronologica dettagliata.
Formazione | Descrizione |
FORMAZIONE DEL MONTE ANTOLA | Torbiditi calcareo-marnose in strati spessi e molto spessi di calcareniti a forte componente silicoclastica, di marne, di marne calcare e di argilliti marnose alternate a strati sottili e molto sottili di argilliti emipelagiche (Flysch ad Elmintoidi Auctt.) |
Codice | Danno | Dettaglio danno | Grado | Data min | Data max | Descrizione |
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674 | Nuclei/centri abitati | centro abitato minore | medio | Vari edifici presentano lesioni di varie entità. | ||
675 | Strade | comunale | lieve | La strada presenta modeste sconnessioni del manto riconducibili a un movimento lento del versante. |
Tipo danno: diretto caduta in un invaso sbarramento corso d'acqua rottura di diga di frana rottura di diga di frana
Persone: morti: Sferiti Sevacuati 0a rischio 0
Edifici coinvolti: 10 privati,
Edifici a rischio: 0 privati, 0 pubblici.
Costi:
Codice | Comune | Località | Gestore |
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1CABB | Cabella Ligure | Aie di Cosola | Arpa Piemonte |
Data ultimo aggiornamento descrizione:2023-01-10
Il sito è stato attrezzato nel tempo con numerosi strumenti di monitoraggio, in foro, in superficie e di tipo geotecnico ed è stato implementato con campagne di installazione strumenti nel 2002, 2006, 2012 e 2020, anche al fine di poterlo utilizzare per procedure di protezione civile.
Dal 1996 al 2005 il sistema di monitoraggio in foro è stato gestito da Arpa Piemonte; dal 2005 il sistema è stato gestito in autonomia dal Comune il quale lo ha affidato alla ditta CTEmme di Torino.
Dal 2012 il sistema è tornato nuovamente in gestione ad Arpa Piemonte per la parte riguardante strumenti piezometrici ed inclinometrici (letture manuali e automatiche) e topografici ottici e attualmente è costituito da 4 verticali inclinometriche misurate manualmente due volte l'anno, una verticale inclinometrica attrezzata con una sonda automatizzata installata alla profondità di 13 m, 4 capisaldi topografici ottici e un piezometro.
Le misure inclinometriche effettuate negli anni hanno evidenziato superifici di movimento molto nette comprese tra i 15 ed i 35 m dal p.c.
Le misure topografiche indicano spostamenti dei capisaldi generalmente compresi tra 5 e 15 cm verso ESE.
Descrizione:
Sorgenti: n.d. | Falda: n.d. | acque assenti: N |
acque stagnanti: N | ruscellamento diffuso: N | ruscellamento concentrato: S |
Gruppo | Tipo | Realizzazione |
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ID | Titolo | Autori | Anno |
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244563 | Indagini geognostiche propedeutiche ai lavori di sistemazione versante in frazione Aie di Cosola - campagna 2006 | Citiemme s.r.l. | 2006 |
244554 | Comune di Cabella Ligure, localita` Aie e Montaldo di Cosola. Integrazione del piano di protezione civile mediante procedure di sorveglianza e monitoraggio strumentale | Citiemme s.r.l., Marco Lavezzo, M. Cattaneo | 2006 |
243518 | Indagini geognostiche movimento franoso Loc. Montaldo di Cosola - Alluvione novembre 1994 | Luigi Foglino | 1997 |