SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 103-00916-01

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Verbano Cusio Ossola
Ultimo aggiornamento: 2018-08-23
Comune: Ceppo Morelli
Località: Campioli - Prequartera

DESCRIZIONE GENERALE

Il giorno 16 Ottobre 2000, a seguito dell’evento alluvionale, un tratto del fondovalle compreso tra le località Prequartera e Campioli (Monterupio), in Comune di Ceppo Morelli, è stato interessato dalla caduta di grossi blocchi lapidei di pezzatura variabile tra 5 e 100 m3, che hanno coinvolto la sottostante SS 549 di Macugnaga, tra le progressive 20+900 e 21+700.
Un primo sopralluogo congiunto effettuato dalla Regione Piemonte - Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione, dall’ANAS e dal Servizio Nazionale Dighe, svoltosi il 24 ottobre sul versante sovrastante il tratto di viabilità colpito, ha evidenziato che “l’intera area, già oggetto in passato di evidenti deformazioni gravitative, ha subito nei giorni compresi tra il 18 ed il 20 ottobre un’ulteriore evoluzione con un abbassamento dell’accumulo detritico variabile tra 50 e 250 cm ed avente un’estensione compresa tra 10 e 15 ha. Inoltre sono state rilevate consistenti dislocazioni a carico dei grossi conci lapidei presenti nella porzione medio-alta della zona in dissesto; dette dislocazioni sono evidenziate da fratture nel terreno circostante.




METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Rilevamento sul terreno, Monitoraggio, Dato storico/archivio

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti
L’elaborazioni dei dati rilevati in sito e le osservazioni effettuate hanno permesso di delineare il seguente quadro conoscitivo:

• Esiste la possibilità cinematica che si verifichi un collasso dell’intero versante nell’ipotesi che il piano di foliazione F1 sia continuo e venga a giorno nella fascia di versante compresa tra le quote 1150 e 1250 m slm.
• La stima delle caratteristiche di resistenza del sistema F1 potrebbe motivare il disequilibrio del versante.
• Nell’evoluzione dell’instabilità dell’intero versante sembra giocare un ruolo determinante la funzione di confinamento laterale svolta dalla parete verticale che delimita il fianco destro. La sua configurazione non sempre rettilinea (in pianta)e, soprattutto, la variazione di immersione (da valori medi di ca. 115° verso valori medi di 90°ca.) nel tratto terminale (in corrispondenza della quota 1200 ca.) svolge una funzione di vincolo al movimento: ne sono testimonianza le notevoli sollecitazioni a cui è soggetto l’ammasso in tale settore (tale stato di cose potrebbe anche essere imputabile al fatto che il piano F1, pur presente, non affiora, ma è molto prossimo alla superficie, oppure non è continuo)
• La spaziatura e la mutua intersezione dei sistemi di discontinuità è tale da poter isolare blocchi prismatici di diversa pezzatura che possono essere facilmente liberati e produrre fenomeni di caduta, rotolio e rimbalzi lungo il versante.

Immagini aeree consultate
Volo:Alluvione 2000 - Regione PiemonteStrisciata:47Fotogramma:4506


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: Complesso

Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso

Data ultima valutazione stato di attività: 2002

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: Foto aeree, Rilevamento su terreno, monitoraggio, dati da Satellite, dato storico,

Descrizione: la frana è costituita da una zona di monte di dislocazione dell'ammasso roccioso, una zona intermedia ad elevata fratturazione e una zona di accumulo.
Il materiale collassato dalla zona intermedia con fenomeni di crollo e colate detritiche succedutesi nel tempo, ha creato una zona di accumulo a forma di ventaglio dove si distinguono le traiettorie dei fenomeni più recenti, e che arriva fino al fondovalle. All'interno del corpo di frana, si attivano movimenti molto articolati e complessi.
Cercando di sintetizzare si giunge quindi alle seguenti deduzioni:

 il movimento principal avviene in direzione 190°-200°; direzione di immersione che coincide in prima approssimazione con l’intersezione dei piani K1 e F1;
 il sistema K1 e, più precisamente, la parete sub-verticale che delimita il fianco destro del corpo di frana svolge nei confronti del movimento generale una funzione di confinamento laterale;
 è ipotizzabile che il movimento generale sia profondo ed interessi l’ammasso roccioso lungo una superficie o una combinazione di superfici di debolezza avente inclinazione inferiore a quella del versante.
L’esistenza dei sistemi di discontinuità K3 e K4 può invece favorire locali fenomeni di ribaltamento di porzioni rocciose più limitate. La diversa spaziatura e persistenza dei sistemi di discontinuità scompone localmente l’ammasso roccioso (in particolare nella zona frontale del pendio, quote 1150-1300) in blocchi prismatici elementari ad elevato grado di libertà cinematica, i quali, dopo un iniziale svincolo (per scivolamento o per ribaltamento), assumono come moto principale quello caratteristico del crollo di massi (rotolamento e rimbalzo).


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione
12002/06/05attendibile
12000/10/16attendibile
12000/10/18attendibile
12000/10/27attendibile
12000/11/06attendibile
12000/11/10attendibile
12000/11/18attendibile
11816attendibilemasso di 100 m3 ad est di Campioli
21940attendibilecrollo di massi all'inizio della pista per la miniere di Pestarena
31971n.d.massi occludono la viabilità principale
41977n.d.massi occludono la viabilità principale

Attivazione principale: 2000-10-18 (Data certa)Data compresa tra il 2000/10/18 e il 2000/10/18

Fonti: Giornali, pubblicazioni, testimonianze, archivi,


CAUSE

Precipitaz. eccezionali prolungate, materiale fratturato, superfici di taglio preesistenti, orient. sfavorev. discont. prim.

SEGNI PRECURSORI

Fenditure, fratture, crolli localizzati


GEOMORFOLOGIA

Per inquadrare l'insieme delle fenomenologie che hanno interessato versante di Campioli-Prequartera, è necessario suddividere il versante in tre grandi settori:
• A: zona di distacco a monte;
• B: zona centrale di dislocazione dell'ammasso roccioso;
• C: area di influenza della frana a valle.

A Zona di distacco.
Si evidenzia nella parte sommitale e laterale destra, con una serie di superfici piane molto esposte costituenti le superfici di disgiunzione dell'ammasso roccioso dislocato, che corrispondono ad altrettanti sistemi di discontinuità preesistenti. Si distinguono bene due sistemi subverticali, ortogonali tra di loro, uno dei quali, molto evidente con direzione ca. NNE-SSW, disposto in forma di gradinata verso Est, libera lateralmente il versante verso SE e, come si vedrà più avanti, ha una sua importante funzione nella dinamica del movimento.
E’ stato evidenziato un terzo sistema, corrispondente alla foliazione principale, su cui sembrerebbe essere dislocata tutta la porzione di versante appartenente al settore B. Questo sistema è tuttavia composito e si articola in due sottosistemi, immergenti entrambi verso SW, ma con diverso grado di pendenza, a costituire un complesso listrico che condiziona tutta la dinamica del movimento. In questo modo nella parte sommitale affiorano ben visibili le superfici più pendenti (60°ca.) che si raccordano in profondità con quelle meno pendenti, ma più pervasive (40° ca.) corrispondenti alla scistosità principale e conformi al versante.

B Zona centrale di dislocazione dell'ammasso roccioso.
Questa zona è a sua volta suddivisibile in tre grandi settori caratterizzati da diverse geometrie e assetto strutturale.

 Un settore centrale (B2) costituito da un ammasso roccioso che conserva quasi integralmente l'originario assetto strutturale e che parrebbe mostrarsi traslato in massa verso SSW ma senza particolarmente evidenti fenomeni disgiuntivi e di disarticolazione dell'ammasso.
E' perciò ipotizzabile che questa dislocazione si sia prodotta lungo una superficie non troppo complessa che potrebbe corrispondere a livelli litologicamente più fragili disposti lungo la foliazione.

 Un settore (B1), che fascia a monte e lateralmente il settore B2, costituito da un ammasso detritico caotico a grossi blocchi che solo marginalmente (nella zona sommitale e in alcune altre parti) conserva l'originale struttura rocciosa. Poiché questo settore non ha subito una dislocazione maggiore del precedente, la caoticità dell'ammasso potrebbe essere imputabile ad una maggiore complessità della superficie di dislocazione o ad una messa in posto per caduta o ribaltamento di porzioni limitate con continuità nel tempo. E' quindi probabile che i piani con pendenza intorno a 60°, che si evidenziano con maggior frequenza nella parte alta del versante, abbiano giocato un ruolo importante nella disarticolazione dell'ammasso roccioso.

 Un settore (B3), a valle di B2, anch'esso caratterizzato da un ammasso detritico caotico, con presenti alcune porzioni di ammasso roccioso ancora abbastanza integre, ma coinvolte in questo corpo detritico.

Sembra evidenziarsi, corrispondentemente al passaggio B2 - B3, un sistema dislocativo più complesso rispetto al precedente, dove compaiono cinematismi tipo ribaltamento degli ammassi rocciosi più consistenti e scoscendimento della parte più detritica. Tale situazione è probabilmente conseguenza di una serie di fattori strutturali connessi all'ammasso roccioso, ma anche ad un cambiamento, in aumento, della pendenza in questo settore del versante che conserva una significativa maggiore libertà su questo fronte, verso il basso e verso SE.
In merito alla dinamica dislocativa del settore B2 devono essere fatte alcune considerazioni significative. Esso mostra una libertà di movimento in direzione SW conformemente all'immersione della foliazione; questa libertà è tuttavia limitata sul fianco occidentale da una barra rocciosa appartenente al sistema subverticale orientato ca. SSW – NNE, barra che, scendendo verso il basso, tende più francamente a S.
Questo fatto, molto probabilmente, potrebbe determinare nell'ammasso roccioso una tendenza a ruotare in senso orario oltre che un aumento delle sollecitazioni. L'insieme di questi fattori potrebbe ragionevolmente spiegare, in concomitanza con l'aumento di pendenza del versante, la diversa dinamica evolutiva del settore B3, da cui si distaccherebbero, con i meccanismi indicati, volumi rocciosi e detritici in situazioni di crisi.


C Area di influenza della frana.

Questa area ha una tipica forma a ventaglio ed è essenzialmente costituita dall'accumulo dei materiali provenienti da monte con diverse modalità di scendimento. Sulla base della morfologia si possono distinguere due settori:

 Il settore C1, posto in posizione orientale entro la fascia in oggetto.
Tale settore sembra essere costituito da un antico crollo in massa che avrebbe raggiunto la zona su cui successivamente venne costruito l'abitato di Prequartera. E' da verificare sul terreno il limite tra materiali provenienti da monte ed un possibile deposito glaciale preesistente.

 Il settore C2, corrispondente all'area attualmente sottoposta a scedimento di massi.
Questo settore ha un lobo avanzato nella zona centrale e corrisponde anche alla zona in cui sono presenti i massi di maggiori dimensioni, molti dei quali nell'alveo del torrente. Questa zona è, ovviamente, da considerarsi la più attiva. Sulla base della morfologia del cono detritico e degli eventi pregressi riferibili al 1977 si possono definire alcuni scenari evolutivi del fenomeno e porre alcuni limiti, da verificare anche con quanto successo recentemente e rilevato sul terreno.

Le fenomenologie più ricorrenti si sono verificate sotto forma di collasso di porzioni frontali dei settori B3 e B1 che si sono successivamente trasformate in colate di detrito con ribaltamento, crollo e scendimento a valle di volumi rocciosi di varie dimensioni. Questo, sulla base dell’interpretazione delle foto-aeree, è lo scenario più probabile nell'evoluzione del processo di instabilità di versante analizzato..
Tuttavia, benché sia meno probabile ipotizzare un collasso di tutto l'ammasso roccioso (B + C) date le caratteristiche morfo-strutturali delineate, non si può escludere il distacco di ingenti porzioni dell’ammasso, le cui traiettorie verso valle dovrebbero essere contenute nei limiti del cono indicato (C2). Ovviamente questo dato va opportunamente verificato mediante modelli di calcolo numerici tarati su un rilievo topografico di dettaglio alla scala 1:2000.
Ultima considerazione: sul lato destro del cono esiste un rilievo morfologico a guisa di dorsale che molto probabilmente contiene le traiettorie dei massi al proprio interno e quindi rappresenta il limite destro dell'area di influenza della frana; sul lato sinistro, invece, il limite laterale e la distanza che i massi possono raggiungere sul fondovalle è più difficilmente ricostruibile, essendo funzione di una morfologia più complessa. Questo problema potrà, a sua volta, essere risolto con i consueti metodi di calcolo.


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m): 1788
Quota unghia Qt (m): 1230
Lungh. orizz. Lo (m): 579
Dislivello H (m): 558
Pendenza (°): 59
Testata: Parte media del versante - Unghia: Parte bassa del versante
Azimut movim. (°): 290
Area totale A (m2): 152
Larghezza La (m): 307
Volume massa sp. (m3): 5000000
Profondità sup. sciv. Dr (m): 45.00
Esposizione: S


GEOLOGIA

Inquadramento geologico: Il fenomeno franoso interessa il versante sinistro della media Valle Anzasca. In questo tratto la valle incide la falda pennidica del Monte Rosa, costituita da parascisti polimetamorfici, prevalenti sul fondovalle, e da gneiss occhiadini, dominanti sulle parti alte dei versanti.
Questa unità tettonica è deformata e retroflessa dalla grande piega antiforme di Vanzone che si presenta con piano assiale molto inclinato a NW ed asse immergente verso SW.
Una classica opinione della geologia strutturale associa alla geometria della piega sistemi di giunti trasversali, longitudinali e diagonali rispetto al piano assiale che ben si accordano con quanto riscontrabile in zona.
La frana si innesta su una dorsale intermedia di questo versante, a quota 1850 ca., e disloca un ammasso roccioso di alcuni milioni di metri cubi sino a quota 1250 ca.. A partire da questa quota fenomeni di mobilizzazione dell'ammasso detritico determinano il ribaltamento e lo scendimento di massi fin sul fondovalle con un ventaglio di distribuzione che si situa all'incirca tra le frazioni Campioli e Prequartera.

Formazione Descrizione
SERIE DEL MONTE ROSA E DELLARCEZAgneiss occhiadini
GNEISS

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione
2840Nuclei/centri abitaticentro abitato minorenon valutabile
2841Nuclei/centri abitatigruppo di case/nucleo ruralenon valutabile
2842Stradeprovincialenon valutabile
2843Stradecomunalenon valutabile

Tipo danno: diretto

Persone: morti: Sferiti Sevacuati 0

Edifici coinvolti: 0 privati,

Edifici a rischio: 0 privati,

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore
7CPMACeppo MorelliCampioli/PrequarteraArpa/Amministrazione Comunale


Data ultimo aggiornamento descrizione:

Il sistema di monitoraggio di Campioli e Prequartera fu attivato a seguito dell'evento alluvionale dell’ottobre 2000 per approfondire le conoscenze del vasto fenomeno franoso di tipo complesso sviluppatosi tra le due località che causò il danneggiamento e l'interruzione della ex SS549 (ora SP66) di Macugnaga, oltre all'evacuazione delle frazioni di campioli e Prequartera.
Nel corso dell'esecuzione dei lavori di realizzazione della galleria di by-pass il sistema di monitoraggio è stato affidato alla ditta Gdtest al fine di seguire la manutenzione e l'utilizzo con finalità di accompagnamento alle opere di realizzazione.
Il monitoraggio del corpo di frana si articola nella seguente configurazione:
• monitoraggio vibrometrico;
• monitoraggio topografico;
• monitoraggio clinometrico;
• monitoraggio estensi metrico;
• monitoraggio temperatura ambientale.
1 Monitoraggio vibrometrico
Il monitoraggio vibrometrico del corpo di frana era già presente prima dell’inizio dei lavori di costruzione della galleria by-pass in località Ceppo Morelli ma non funzionante e già dismesso. Un nuovo monitoraggio è stato attivato in data 20/06/2010 mediante l’allestimento di una stazione vibrometrica a 8 canali utilizzati per l’acquisizione dei dati rilevati da 1 geofono triassiale e 5 geofoni monoassiali
disposti secondo quanto riportato nella figura seguente.
I punti di rilevamento sono identificati con V1- V2 - V3 - V4 - V5, che codificano i sensori monoassiali marca INSTANTEL mod. 714A4601 4.5Hz UNIAXIAL GEOPHONE VERTICAL (installati sugli affioramenti del coronamento di frana), e VT che identifica la posizione di installazione del geofono triassiale marca INSTANTEL mod. 718A3301 TRIAXIAL GEOPHONE DIN (masso ciclopico). L’unità di acquisizione vibrometrica INSTANTEL MINIMATE PLUS UNIT ASSY 8CH è segnata in figura con il codice ST.
2 Monitoraggio topografico
Il monitoraggio topografico del corpo di frana era stato predisposto già antecedentemente all’inizio dei lavori di costruzione della galleria by-pass, viene letto da una stazione totale della LEICA e gestito in maniera automatica tramite radiomodem dal software GEOMOS installato su un pc fisso sito all’interno dei locali del comune di Ceppo Morelli. Gdtest durante tutto il periodo di esecuzione dei lavori ha avuto l’incarico della gestione dei dati acquisiti e della loro pubblicazione sul portale informatico WEB-GIS della Geodata Engineering. I dati in questione vengono gestiti
e pubblicati a partire dal 25/05/2010.
I punti di riscontro sono in totale 27 e sono tutti dislocati all’interno del corpo di frana su massi ritenuti a rischio di movimento; inoltre esternamente al corpo di frana sono stati collocati 4 macroprismi di riferimento con cui poter fare le necessarie calibrazioni.
3 Monitoraggio clinometrico
Il monitoraggio clinometrico dei massi del corpo di frana reputati a potenziale rischio di rotolamento è costituito da n.6 tiltmetri biassiali ed era stato predisposto già antecedentemente l’inizio dei lavori di costruzione della galleria by-pass.
Gli strumenti installati risultano essere dei tiltmetri marca SISGEO mod. S522HA10 range ±10° con uscita 4-20mA dislocati sul corpo di frana come evidenziato nelle planimetrie seguenti.
L’incarico di gdtest è stato quello di sostituire le n.3 unità di acquisizione (UAD) e gestire i dati da esse inviati pubblicandoli sul portale informatico WEB-GIS della Geodata Engineering a partire dal 05/10/2011.
4 Monitoraggio estensimetrico
Come per la strumentazione precedentemente descritta anche quella estensimetrica era stata predisposta già antecedentemente l’inizio dei lavori di costruzione della galleria by-pass. Il monitoraggio estensimetrico dei massi o delle porzioni del corpo di frana reputati a rischio scivolamento è costituito da n.6 tiltmetri biassiali acquisiti dalle n.3 UAD esistenti.
Gli strumenti installati risultano essere dei tiltmetri marca SISGEO mod. D241A200 range 240mm X 8 loop (tot. 2000mm) con uscita 4-20mA dislocati sul corpo di frana. L’incarico di gdtest è stato quello gestire i dati della strumentazione in oggetto pubblicandoli sul portale informatico WEB-GIS della Geodata Engineering a partire dal 05/10/2011.

I clinometri biassiali installati in frana non hanno visibili o particolari tendenze di movimento, su tutti i canali acquisiti si rilevano esclusivamente oscillazioni giornaliere, stagionali ed annuali dovute principalmente alle escursioni termiche, come si può facilmente vedere dai grafici di Allegato1.

Gli estensimetri a filo installati (il periodo di monitoraggio è durato circa 6 anni) rilevano degli spostamenti evidenti che sono compresi tra i 20mm dell’EXT03 fino ad un massimo di 150mm registrati dall’EXT08.

La strumentazione vibrometrica in frana non ha mai registrato eventi significativi riconducibili alle attività di scavo mentre è stata costantemente disturbata da rumori di fondo, danneggiamenti e urti molto probabilmente dovuti ai movimenti della fauna locale.

Attualmente, terminata l’opera di costruzione della gallertia di bypass, la Società di Committenza Regione Piemonte S.p.A. ha riconsegnato il sistema di monitoraggio al Comune di Ceppo Morelli che ha successivamente richiesto il possibile inserimento dello stesso nella rete RERCOMF (v. nota Comune prot. n. 2458 del 15-12-2017).
In occasione dell’incontro del 23/07/2018 presso gli uffici Arpa (v. report Arpa prot. n. 67025 del 27-07-2018), i tecnici dell’Agenzia, a valle di un sopralluogo tecnico presso la stazione totale, hanno avanzato una proposta propedeutica alla gestione dell’impianto di monitoraggio nell’ambito della RERCOMF: provvedere in primo luogo al ripristino della stazione totale automatizzata per ottenere dati sufficientemente affidabili dalle mire ottiche ancora leggibili in frana.


IDROGEOLOGIA

Descrizione: Gli aspetti idrogeologici dell’area oggetto sono sostanzialmente governati da due sistemi di circolazione idrica. Un sistema di libera circolazione, che data la natura del deposito superficiale (materiali molto grossolani con matrice fine in scarsa percentuale) consente la raccolta e la circolazione di gran parte delle acque piovane e della fusione della neve.
Un secondo sistema idrogeologico è governato invece dalla complessità dei sistemi di fratturazione del sottostante substrato roccioso dove le acque di circolazione scorrono all’interno di giunti o di faglie, spesso alimentate da bacini di accumulo remoti e quasi sempre in pressione.

Sorgenti: n.d. Falda: n.d. acque assenti: S
acque stagnanti: N ruscellamento diffuso: N ruscellamento concentrato: N

STATO DELLE CONOSCENZE
Estensimetri, relazione geologica, monitor. Topografico, geoelettrica

INTERVENTI

l'intervento realizzato trae origine dalla necessità di garantire la permanenza dei collegamenti con la Val d’Ossola di tutte le località della Valle Anzasca site a monte della zona (località Prequartera/Campioli in comune di Ceppo Morelli) ove, nell’ottobre del 2000 si è manifestato un movimento franoso che ha causato la interruzione della SR 549 stessa .
Come noto la SR 549 della Valle Anzasca è l’unica arteria che collega i centri abitati lungo l’intera valle e che serve tutte le attività imprenditoriali della zona, in primo luogo quelle turistiche.
La situazione di incombente pericolo ha costretto alla interdizione del transito sulla SR 549 tra Prequartera e Campioli ed al collegamento mediante elicotteri delle popolazioni a monte; tale situazione di estremo disagio si è protratta fino al completamento della costruzione di una “Pista” che interseca con due ponti Bailey il torrente Anza e che si snoda sul fondo valle destro, opposto al lato di frana, al di fuori della portata delle possibili traiettorie di massi superficiali che potessero continuare a cadere.
Per quanto sopra, mentre l’evoluzione del movimento franoso viene continuamente monitorata dalla Regione Piemonte, al fine di garantire il collegamento lungo la SR 549 si è valutato l'opportunità di realizzare una galleria di by – pass del tratto mobilitatosi.
la costruzione di una galleria situata entro la formazione stabile di base e che conducesse il traffico al di fuori delle aree interessate dalle possibili traiettorie di caduta dei singoli massi superficiali, è stata ritenuta la migliore soluzione definitiva del problema.

Gruppo Tipo Realizzazione
Mitigazione dannievacuazioneRealizzati
Mitigazione dannisistema allarmeRealizzati
n.d.n.d.Realizzati


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno