SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 103-01166-05

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Verbano Cusio Ossola
Ultimo aggiornamento: 2018-09-05
Comune: Baveno
Località: T. Selva Spessa

DESCRIZIONE GENERALE

I’area estesa per circa 0.24 km2 appartenente al versante in destra del T. Selvaspessa compreso fra le due cascate localizzabili rispettivamente a quota 360 m s.I.m. e 550 m s.l.m., presenta indizi morfologici e strutturali caratteristici di una zona interessata da un vasto movimento gravitativo di versante con superficie profonda e meccanismo complesso. Lungo tale versante si sono sviluppati nel tempo una numerosa serie di fenomeni di dissesto definibili come frane di crollo in roccia molto fratturata; anche attualmente sono riconoscibili numerose porzioni rocciose molto instabili a causa dell’evidente stato di fratturazione dell’ammasso roccioso.
Queste evidenze sono tutte ricollegabili ad evidenze superficiali di un esteso fenomeno di scorrimento traslazionale in roccia che coinvolge l'intera sponda destra del T. Selva Spessa dove affiorano gli Scisti dei Laghi fortemente fratturati e tettonizzati (poiché interessati dalla faglia lungo la quale scorre il torrente). La causa scatenante del dissesto è stata l'infiltrazione a monte delle acque di ruscellamento superficiale, facilitata dall'elevata permeabilità della roccia. Ad esso sono associati movimenti secondari di scivolamento planare della coltre superficiale.




METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Fotointerpretazione, Rilevamento sul terreno, Monitoraggio, Dato storico/archivio

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate
Volo:Regione Piemonte CTRStrisciata:12cFotogramma:1155


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: Complesso

Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso

Data ultima valutazione stato di attività: 19/12/2021

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: Foto aeree, Rilevamento su terreno, monitoraggio, dato storico,

Descrizione: L'area in frana è costituita da un vasto movimento franoso di scivolamento profondo in roccia fratturata a quota 550-600 m s.l.m., lungo il ciglio di erosione del torrente per un fronte di circa 300 m. Si sono, inoltre, verificati numerosi dissesti in materiale sciolto di copertura (prevalentemente morenica) per un tratto di circa 300 m tra le quote 425 e 460 m s.l.m.; si tratta di frane con movimento complesso derivate dalla combinazione di un meccanismo di scivolamento planare e in seguito di crollo, innescato dall'erosione al piede da parte delle acque in piena del T. Selvaspessa. In generate comunque, appare possibile che il movimento franoso in destra del T. Selvaspessa possa essere connesso alle piu estese deformazioni gravitative profonde di versante che hanno interessato il M.te Croce della Tola e il M.te Scincina.
Da quanto emerso dalle risultanze delle misure di controllo e dai rilievi geologicogeomorfologici eseguiti, la situazione attuale di dissesto lungo la sponda destra del T. Selvaspessa e ipotizzare una sua possibile evoluzione.
A partire da NE in direzione SO, è possibile suddividere il versante in 3 settori sulla base delle caratteristiche morfostrutturali e sulle tipologie di dissesto rilevate:
Settore 1
Si estende dall’attraversamento autostradale sino alla località Le Miniere. È caratterizzato da un evidentissimo orlo di scarpata sia in depositi glaciali sia in substrato roccioso entro il quale si osservano i principali dissesti dati da scivolamenti planari in depositi e soprattutto da crolli in massa in substrato roccioso molto fratturato; in particolare sono stati rilevati due consistenti crolli in roccia (quota 400 e 430 m s.l.m.), recenti riattivazioni (probabilmente del luglio 2009) di frane già attivatesi nell’evento del luglio 1996. Inoltre in corrispondenza dello scarico delle canalette drenanti messe in opera lungo il versante in esame a metà degli anni ’80 è stato rilevato un consistente solco di erosione nei depositi glaciali della larghezza di circa una decinadi metri per una lunghezza di circa 35 m. Nel complesso tale settore presenta tuttora chiare evidenze di attività gravitativa per crolli in massa in substrato roccioso molto fratturato e scivolamenti in depositi glaciali nonchè condizioni geomorfologiche e geologiche tali da far ritenere molto probabile la riattivazione dei dissesti segnalati o l’innesco di nuovi.
L’elevato grado di fratturazione del substrato roccioso, sommato alla presenza di morfostrutture estese a tutto il versante oggetto di analisi, può essere ricondotto a condizioni di movimento a larga scala dell’intero pendio; tuttavia non è al momento possibile indicare se tale movimento è tuttora attivabile durante eventi piovosi eccezionalmente intensi (e quindi causa dei crolli in massa e delle frane in deposito) oppure se è estinto (e quindi i dissesti franosi recenti hanno come causa principale l’elevato grado di fratturazione).
Settore 2
Nel tratto compreso tra i tubi inclinometrici I2 e I3 sono stati rilevati nuovi dissesti limitrofi alla frana che ha avuto luogo nel luglio 1996; in particolare è stato rilevato uno scivolamento in roccia di neoformazione (probabilmente contestuale all’evento piovoso del 17 luglio 2009) a sud ovest della frana esistente con ciglio a quota 520 m s.l.m. e con presenza di una fessura di trazione di lunghezza limitata rilevata nella porzione compresa tra le due frane; la mancanza di movimenti osservati nei Tubi I2 e I3 può essere indicativa della natura più superficiale dei movimenti franosi rispetto alla zona limitrofa a I1. Nel complesso la porzione di versante individuata tra quota 520 m s.l.m. e il fondovalle appare tuttora destabilizzabile per scivolamenti in roccia o in deposito.
Settore 3
Il movimento rilevato lungo il tubo inclinometrico I1, appare compatibile sia con i dati stratigrafici ricavati nel sondaggio S1 sia con le caratteristiche morfostrutturali dell’area limitrofa al sito di localizzazione di I1; in particolare tale area mostra numerose fessure di trazione di lunghezza da decametrica a pluridecametrica, con apertura metrica, da ritenersi di genesi molto recente e tuttora attive; inoltre è rilevabile una evidente scarpata in roccia (quota 590 m s.l.m.) di altezza plurimetrica lunga circa un centinaio di metri in corrispondenza della quale si è sviluppato lo scivolamento in roccia del luglio 1996 e, nella parte sud occidentale, altre chiare evidenze di movimenti in roccia con una emergenza d’acqua in substrato (circa a quota 570 m s.l.m.); la superficie di quest’area caratterizzata da segni di attività dissestiva recente è stimabile in circa 30.000 m2. Appare comunque ragionevole ritenere tutto il settore attualmente soggetto a movimenti a larga scala con superfici di scivolamento profonde, e conseguente formazione di dissesti più superficiali al fronte (scivolamenti e crolli in massa in substrato) in occasione di eventi piovosi di eccezionale intensità.


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione
11978/10/21attendibile
11996/07/08attendibile
11868attendibilein occasione dell'alluvione documetata dell'ossola

Attivazione principale:

Fonti: pubblicazioni, testimonianze, documenti storici,


CAUSE

Precipitaz. eccezionali prolungate, erosione fluviale base versante, materiale alterato, materiale fratturato

SEGNI PRECURSORI

Fenditure, fratture, trincee, doppie creste, crolli localizzati, contropendenze


GEOMORFOLOGIA

dai rilievi effettuati, l'area in ogetto presenta significativi elementi morfologici e strutturali caratteristici di un fenomeno di dissesto a superficie profonda e meccanismo evolutivo di tipo complesso.
In particolare sono stati riconosciuti:
- trincee estese alcune decine di metri, considerabili come evidenze superficiali di fratture beanti profonde;
- fessure di trazione aventi profondita e larghezza metriche, di recente formazione o riattivazione;
- scarpate in roccia di altezza anche di oltre 10 m;
- contropendenze;
- terrazzi di limitata estensione a quote differenti;
- profilo del versante caratterizzato da numerosi gradini, con secche rotture di pendenza.
Altri sintomi indicativi di un movimento gravitativo che coinvolge il versante in esame sono la presenza lungo gli affioramenti di numerose fratture con apertura centimetrica, di blocchi rocciosi di dimensioni di pochi metri leggermente ruotati e dislocati.
Si osserva inoltre una spiccata asimmetria tra le due sponde del T. Selvaspessa evidente soprattutto nel tratto tra la cascata di quota 360 m s.I.m. e le Miniere; la sponda destra e costituita in netta prevalenza da roccia affiorante ed e caratterizzata da acclività subverticale e dalla presenza all’altezza dell’orlo di scarpata da gradini che sviluppano limitati terrazzi; inoltre in destra sono particolarmente evidenti cigli e nicchie di distacco di frane in roccia e in terreno attivati durante I’evento del 1996, nonche cigli, nicchie e alvei di frana di dissesti piu antichi localizzati a quote superiori.


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m): 635
Quota unghia Qt (m): 390
Lungh. orizz. Lo (m): 0
Dislivello H (m): 245
Pendenza (°): 0
Testata: Parte bassa del versante - Unghia: Parte bassa del versante
Azimut movim. (°): 315
Area totale A (m2): 100000
Larghezza La (m): 0
Volume massa sp. (m3): 30000
Profondità sup. sciv. Dr (m): 25.00
Esposizione: NW


GEOLOGIA

Inquadramento geologico: Il lineamento tettonico più importante della zona è rappresentato dalla faglia di Selvaspessa, lungo la quale si imposta il torrente omonimo. Il piano di faglia, che non mostra particolari evidenze di terreno, ha direzione NNE-SSW e coinvolge le alternanze dei micascisti e dei paragneiss degli Scisti dei Laghi. Il suo andamento è piuttosto frammentato; a zone poco tettonizzate, impostate sui paragneiss, si alternano fasce cataclastiche, impostate in prevalenza sui micascisti.
Gli Scisti dei Laghi presentano evidente foliazione molto pervasiva e soprattutto risultano a volte fortemente cataclasati (in alcuni tratti sino ad apparire come roccia incoerente) con elevato grado di alterazione quando interessati da faglie (come per esempio in destra a monte delle Miniere).Si tratta di alternanze di paragneiss e micascisti, con sporadiche intercalazioni di filoni aplitici (talvolta anche metrici) e piu raramente pegmatitici. Talvolta sono presenti livelli
anfibolitici spessi anche alcune decine di centimetri. All’affioramento gli Scisti mostrano alterazione di colore rossastro e si presentano come alternanze tra bancate piu competenti a composizione paragneissica e livelli di micascisti piu ricchi in muscovite e biotite e di conseguenza maggiormente foliati; la grana puo variare da minuta a media; gli affioramenti appaiono molte volte caratterizzati da numerosi piegamenti a piccola e media scala, spesso con lenti o vene di quarzo al nucleo.
lo stato dell’ammasso roccioso caratterizzato da caratteristiche geomeccaniche scadenti o molto scadenti, con presenza di numerose famiglie di discontinuità e formazione di superfici di debolezza lungo le quali si sviluppano dissesti
superficial! (scivolamenti o crolli), date dall’intersezione tra i vari set di giunti.

Formazione Descrizione
SCISTI DEI LAGHIMicascisti a biotite e muscovite talvolta granatiferi con filoni di quarzo.
UNITA UBIQUITARIE ( completamente formate )Morenico del wurmiano e postwurmiano contenete talvolta parti fluvioglaciali, specialmente sabbie minute micacee.

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione

Tipo danno:

Persone:

Edifici coinvolti:

Edifici a rischio:

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore
7BVNABavenoTredici BetulleArpa/Amministrazione Comunale


Data ultimo aggiornamento descrizione:2022-03-25

il sistema di controllo strumentale installato sul movimento franoso ha lo scopo di fornire conoscenza sulla sua dinamica evolutiva tramite l’acquisizione di dati significativi ricavati dalla strumentazione e in particolare di definire:
1. l’esatta delimitazione del fenomeno franoso sia in termini di estensione areale sia di profondità interessate e quindi di volumetrie;
2. la determinazione del meccanismo di movimento e la quantificazione dei movimenti in atto all’interno della massa instabile, oltre che la loro variazione spazio-temporale;
3. l’influenza di fattori esterni non direttamente riconducibili al fenomeno, ma che possono avere importanza notevole nell’innesco dello stesso (per esempio intensità e durata delle precipitazioni piovose, microsismicità, ecc.);
4. la valutazione dello stato tensionale dell’ammasso roccioso.

In Origine Il sistema di monitoraggio geotecnico, idrogeologico, topografico e pluviometrico presente lungo la porzione in frana sul versante spondale destro del T. Selvaspessa è così composto:
− n. 3 tubi inclinometrici (I1, I2, I3) di profondità 80 m localizzati nella porzione meridionale del versante, tratto che nell’evento alluvionale dell’8 luglio 1996 ha mostrato evidenti fenomeni di instabilità gravitativa;
− n. 3 cavi TDR messi in opera in corrispondenza dei tubi inclinometrici;
− n. 2 piezometri a corda vibrante (Pz1, Pz2) collocati in prossimità dei tubi inclinometrici I1 e I2 a profondità variabili da circa 40 a circa 50 m;
− n. 3 basi stazionabili (Sta1, Sta2 , Sta3) poste in sponda sinistra del T. Selvaspessa e n.17 capisaldi di verifica (Ctm1-17) posti lungo la sponda destra del T. Selvaspessa;
− n. 1 pluviometro Rain One (Plu) in corrispondenza del serbatoio dell’acquedotto munito di data logger.
La strumentazione elencata è stata installata nell’estate 2006.
Attualmente il sistema è composto da 2 inclinometri a lettura manuale, una sonda multiparametrica ad acquisizione automatizzate (MUMS) che ha sostituito nel 2016 una sonda inclinometrica fissa posta ad una profondità di 25m nell'inclinometro I1 e che a seguito dell'evento del febbraio 2015 ha subito un danno irreparabile a causa della intensa deformazione subita. Il sistema topografico iniziale è stato implementato con ulteriori 4 caposaldi posti in prossimità dell'area di installazione del MUMS; permangono attive le sonde TDR e il piezometro.
Rispetto alle unltime misure eseguite si possono riportare le seguenti considerazioni:

Misure inclinometriche manuali
Le Misure non segnalano variazioni significative a carico delle porzioni di fenomeno controllate dagli inclinometri I2 ed I3; si ricorda che i tubi inclinometrici attivi presentano delle caratteristiche costruttive (eccessivo scostamento dalla verticalità durante la Perforazione) che non permettono un’elaborazione precisa delle risultanze.

Considerazioni generali sul sistema MUMS.
In relazione ai dati reliativi al sistema ad acquisizione automatizzata MUMS (gestito dall'Amm.ne Comunale), si segnala che la catena multiparametrica accusa fortemente dei difetti di posizionamento; nel dicembre 2017 si è proceduto all’ancoraggio della porzione sommitale della catena con mezzi di fortuna che hanno però attenuato i valori di deriva letti nei mesi precedenti. Durante l'evento di ottobre 2020 lo strumento ha evidenziato una forte deformazione tra i 10 e 15m di profondità.
A marzo 2022 sono stati installati una nuova colononna MUMS e 5 estensimetri.

Misure topografiche ottiche (novembre 2021)
Le misure topografiche per l’area controllata dal Punto di Stazione 1, (punti CTM1, CTM2, CTM4) non
hanno evidenziato incrementi significativi.
Dall’elaborazione delle letture eseguite dal Punto di Stazione 2, i punti dal CTM6 al CTM12 evidenziano movimenti con direzione di spostamento coerente con l’andamento geomorfologico del versante ma spostamenti altimetrici positivi. Tali trend derivano da un abbassamento del Punto di Stazione 2, causato dall’attivazione di un locale fenomeno franoso a valle del Punto di Stazione. Lo spostamento del Punto di Stazione 2, determinato dal recente punto di riferimento installato, risulta (a partire da aprile 2019) di circa 20 mm in direzione S-SE con un abbassamento di circa 10 mm; tale spostamento `e coerente con lo spostamento plano-altimetrico ipotizzato dallo scivolamento del Punto di Stazione 2; purtroppo, non avendo una serie storica dell’abbassamento del punto di stazionamento non è possibile correggere la serie storica dei punti traguardati.
I capisaldi traguardati dal Punto di Stazione 3 (dal CTM13 a CTM17) non evidenziano incrementi significati di movimento; l’entità degli spostamenti registrati rispetto alla misura d’origine (gennaio 2014) `e di circa 40-50 mm con lievi abbassamenti o spostamenti altimetrici non rilevanti. Dall’analisi delle velocit `a di spostamento dei capisaldi, si evincono a carico dei punti CTM13 CTM14, CTM16 e CTM17 dei movimenti ordinari. Dei capisaldi traguardati dal Punto di Stazione 4 (dal CTM19 a CTM22) solo il punto CTM20 evidenzia un incremento di movimento di circa 28 cm e un abbassamento di 4 cm; tale incremento evidenzia un progressivo richiamo della zona di nicchia di di un fenomeno franoso attivatosi durante l’evento pluviometrico di ottobre 2020.


IDROGEOLOGIA

Descrizione: la porzione di versante coinvolta non presenta un intensa circolazione idrica superficiale. Le cattive condizioni dell'ammasso roccioso determinano una notevole permeabilità per fessurazione dell'acque di precipitazione che vanno ad alimentare una intensa circolazione idrica sotterranea che di conseguenza diventa causa predisponente ed innescante dei fenomeni di rimobilitazione dell'intero ammasso roccioso, soprattutto in occasioni di eventi meteorici intensi.

Sorgenti: n.d. Falda: n.d. acque assenti: S
acque stagnanti: N ruscellamento diffuso: N ruscellamento concentrato: N

STATO DELLE CONOSCENZE
Inclinometri, piezometri, monitor. Topografico, perforaz. Geognostiche

INTERVENTI

1980 - Viene eseguito un primo lotto di interventi consistente nella demolizione di grossi massi incombenti sull'alveo del torrente e nella realizzazione di un primo tratto di un canale di gronda per la raccolta dell'acqua a monte della frana.
1981 - Esecuzione di un secondo tratto di canale di gronda e di lavori di disalveo del torrente immediatamente a valle della frana, con posa di gabbionate.
1982 - Viene riconosciuta la possibilità di occlusioni d'alveo causate da frane nell'asta montana. Viene evidenziato il rischio che
tali occlusioni, se concomitanti a fenomeni di piena, possano essere demolite in tempi brevi con conseguenti fenomeni di trasporto di massa a valle e rilevanti sovralluvionamenti nei punti di diminuita pendenza identificati principalmente all'apice
della conoide e nella zona Campo Sportivo. A seguito di tale analisi viene posto un vincolo di inedificabilità su ampie fasce spondali.
1992 - A seguito di un progetto della Società Autostrade è stata realizzata a monte del viadotto una scogliera di protezione in sponda destra. Vengono, inoltre, eseguiti modesti lavori di disalveo nel tratto di conoide immediatamente a monte del ponte comunale con formazione di soglie in massi intasati di calcestruzzo.
1996 (successivamente all'evento alluvionale) - Sono stati eseguiti per il T. Selvaspessa i seguenti interventi: disalveo generalizzato, con particolare riguardo al tratto mediano, sino alla messa a giorno di due soglie di fondo e di argini sepolti e formazione di nuove difese spondali e consolidamento delle esistenti. I lavori della Società Autostrade hanno riguardato un tratto di torrente in corrispondenza del viadotto autostradale e comprendono: in sponda destra, un muro in c.a. fondato su micropali e tirantato, con ricostituzione del pendio a monte del muro, mediante una struttura in terra rinforzata; in alveo esecuzione di una soglia di fondo, a monte del ponte, e di una briglia e controbriglia, a valle del medesimo, con fondazioni su micropali e rivestimento del fondo alveo con massi di cava. Il comune di Baveno ha ritenuto necessaria la realizzazione di opere di controllo dell'erosione di fondo e soprattutto spondale al fine di impedire ulteriori scalzamenti alla base del materiale roccioso fratturato. Sono state realizzate:
n.4 briglie-soglie di fondo in c.a. con rivestimento in pietrame sia del coronamento che del paramento, con pavimentazione a valle in massi intasati;
n.2 scogliere alla rinfusa in sponda destra atte sia ad evitare approfondimenti dell'erosione al piede di pareti rocciose in faglia, sia ad indirizzare il flusso della corrente al centro alveo;
n.2 arginature in pietrame intasato con c.l.s. sempre in sponda destra atte ad evitare ulteriori erosioni al piede di frane in atto e a convogliare il flusso della corrente al centro alveo (Fonti: 301493).

Gruppo Tipo Realizzazione
Drenaggiocanalette superf.Realizzati
Sistemazioni idraulico-forestalidifese di spondaRealizzati
Rinforzotiranti-ancoraggiRealizzati
Rinforzoreticoli micropaliRealizzati
SostegnogabbioniRealizzati
SostegnomuriRealizzati
Sostegnoterre arm./rinf.Realizzati
n.d.n.d.Realizzati


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno
335611Relazione finale relativa all’analisi del versante sul quale insiste il movimento franoso denominato "Sito Rercomf di Baveno, località Levo/Tredici Betulle"2020
244983Studio di fattibilita` della sistemazione del dissesto idrogeologico sul versante a monte dell`area di cava denominata "ex locatelli" nel territorio del Comune di Baveno (VB)Maurilio Coluccino, Giovanni Battista Crosta, Andrea Filipello2007
301493SISTEMAZIONE IDROGEOLOGICA DEL TORRENTE SELVASPESSA - PROGETTO ESECUTIVO - RELAZIONE GEOLOGICAItalo Isoli, Gabriele Priotto, Stefano Pagani, Stefano Fardelli2004