SIFRAP Scheda di II livello

Arpa Piemonte

SIFRAP - Sistema Informativo Fenomeni Franosi in Piemonte

Codice frana: 103-50253-00

Scheda riassuntiva delle informazioni contenute nel Sistema Informativo Geologico
di Arpa Piemonte per i dissesti di versante

SNPA



GENERALITA'
Provincia: Verbano Cusio Ossola
Ultimo aggiornamento: 2019-06-17
Comune: Formazza
Località: Valdo

DESCRIZIONE GENERALE

Nella mattinata di domenica 19 aprile 2009, alle ore 11 circa, si è verificato il collasso e la propagazione verso valle di un’ingente porzione di parete rocciosa sovrastante, sulla sinistra idrografica, il ramo settentrionale del rio Rich, tributario del torrente Toce, all’altezza della frazione Valdo del Comune di Formazza. Un successivo distacco di materiale si è avuto dalla stessa parete 12 ore dopo il primo evento (alle ore 23 circa). Complessivamente sono stati stimati in via speditiva, per mero confronto visivo tra riprese fotografiche del versante (da fondovalle) precedenti e successive all’evento, circa mezzo milione di metri cubi di ammasso roccioso mobilizzato.
Alcuni blocchi pluridecametrici hanno raggiunto la parte medio-distale del conoide sottostante, arrestandosi in prossimità della zona urbanizzata, con distanze dai fabbricati civili dell’ordine di alcune decine di metri (il massimo avvicinamento si è avuto in prossimità dell’albergo Monte Giove, dove un blocco singolo di volumetria superiore ai 100 mc si è arrestato a una distanza dall’edificio stimabile a vista in non più di 30 metri).



METODI DI STUDIO

Metodologie utilizzate: Rilevamento sul terreno

Note sulla metodologia e sui sopralluoghi eseguiti

Immagini aeree consultate


CLASSIFICAZIONE E DESCRIZIONE MOVIMENTO

Tipo di movimento principale: crollo

Stato attività: Attivo/riattivato/sospeso

Data ultima valutazione stato di attività: 19/04/2009

Dati utilizzati per determinare lo stato di attività: Rilevamento su terreno,

Descrizione: Si tratta di un crollo in massa di una ingente porzione di ammasso roccioso secondo due precise pulsazioni avvenute in due tempi differenti. Il primo evento ha liberato la porzione di ammasso retrostante che a sua volta si è innescata per ribaltamento secondo i lineamenti strutturali estremamente destrutturati. Le due pulsazioni si sono poi evolute lungo versante, data l’elevata acclività dello stesso, secondo rotolamento di grossi massi che si sono poi fermati nella porzione medio-distale del conoide di deiezione sottostante riattivandolo.
Dalle interviste alla popolazione si è potuto desumere che il fenomeno ha avuto una fase preparatoria relativamente lunga durante la quale dalla frazione sottostante era possibile sentire la rottura dei ponti in roccia (per tutto l’arco della notte precedente al distacco la popolazione ha sentito rumori simili a delle esplosioni e nella prima mattinata ha visto del fumo che usciva dalla roccia).


ATTIVAZIONI
ID Data Attendibilità Descrizione
12009/04/19attendibile
11995/07/09attendibile
22009/05/01attendibileriattivazione del crollo con coseguente piccolo debris flow

Attivazione principale: 2009-04-19 (Data certa)Data compresa tra il 2009/04/19 e il 2009/04/19

Fonti: Giornali, pubblicazioni, testimonianze,


CAUSE

Fusione rapida di neve/ghiaccio, materiale fratturato, superfici di taglio preesistenti, orient. sfavorev. discont. prim.

SEGNI PRECURSORI

Fenditure, fratture


GEOMORFOLOGIA

La quota massima del coronamento di distacco è individuabile a circa 1950 m s.l.m., in corrispondenza di una parete di faglia subverticale diretta NE-SO, immergente verso Nord Ovest. Immediatamente dopo i crolli, i volumi lapidei si sono incanalati e propagati per rotolamento nell’alveo inciso del rio Rich, sino alla soglia rocciosa in corrispondenza dell’apice del conoide di deiezione, a quota ca. 1570 m, dopo quasi 500 metri di percorso a valle del settore di distacco.
Da qui il detrito si è allargato con deposizione a ventaglio, interessando prevalentemente la parte centro-meridionale del conoide e il relativo canale di scarico, con una larghezza massima del deposito, in pianta, di poco superiore ai 250 metri.
Due traiettorie di trasporto in massa secondarie sul conoide, distinte dalla zona centrale maggiormente concentrata di frazione grossolana, sono visibili a nord, attraverso il bosco di conifere esistente in direzione dell’area urbanizzata nell’intorno dell’albergo M. Giove, e verso sud, in quota, immediatamente a valle dell’apice. Il deposito sul conoide in generale si presenta di rilevante entità, in pianta e in spessore, e costituisce la gran parte del materiale lapideo mobilizzato.
Dalle fotografie aeree pre-evento disponibili si evidenzia come il conoide, parzialmente coalescente con gli altri apparati adiacenti, sia limitato, a nord e a sud, da due canali di scarico principali. Il canale di scarico meridionale, maggiormente interessato dall’evento attuale, risulta arcuato con convessità rivolta a sud. Esso era stato oggetto in passato, nella parte medio-distale, ovvero quella più prossima alla zona urbanizzata, da lavori di riassetto morfologico e regimazione idraulica. In particolare, era presente una vasca di sedimentazione delimitata a valle da un briglione rivestito in pietrame, attualmente sommersa da detrito, la quale, di fatto, ha svolto un effetto positivo nel contribuire all’arresto della valanga di detrito nella parte centrale dell’accumulo.
Il percorso massimo della valanga di roccia e detriti, tra il piede del settore sommitale di distacco e limite di valle dell’accumulo, varia da circa 1000 m (se si considera il blocco singolo fermatosi in prossimità dell’albergo M. Giove) a 980 m (lobo terminale della lingua centrale di deposito); il dislivello medio tra il coronamento e il piede del conoide riattivato è quantificabile in circa 650 metri.
L’accumulo di frana è fortemente eterogeneo dal punto di vista granulometrico, con blocchi di dimensioni variabili dalla metrica alla plurimetrica sino alla decametrica, in frazione ciottolosa e localmente terrosa, quest’ultima in particolare nel settore sud occidentale del conoide. Ad eccezione di alcuni grossi blocchi, di volume dell’ordine delle centinaia di metri cubi, arrestatisi nel settore di prevalente transito tra i fronti rocciosi di distacco e l’apice del conoide, il cumulo a valle dell’apice evidenzia, in superficie, una gradazione inversa di deposizione, con clasti di maggiore volumetria verso le quote più basse, indice di attività di deposizione per effetto prevalente della gravità.
Buona parte del bosco di conifere preesistente (prevalentemente larici) è stato abbattuto dalle energie di impatto nei settori di conoide di maggiore espansione, con segni evidenti del passaggio della nube polverosa nelle porzioni preservate. Alcuni relitti di fusti, rimasti in posizione pseudo verticale lungo le traiettorie di discesa dei blocchi di maggiori dimensioni, sono privi delle ramificazioni superiori, evidenza di parabole da rimbalzo molto estese in altezza e del passaggio di nubi detritiche di energia rilevante.
Alla base del versante, in prossimità della linea esterna della zona di accumulo, si osservano diffusi blocchi irregolari, prevalentemente angolosi, con volumi variabili dalla decina alle centinaia di metri cubi. Il blocco di dimensioni maggiori si è incastrato nella porzione regimata del rio Rich, nella porzione mediana del conoide, e presenta dimensioni a prima vista superiori ai 2.000 mc (Figura 4). In generale il deposito sul conoide e sul canale di transito a monte dell’apice paiono di discreta permeabilità.
A seguito di un’analisi locale delle condizioni meteorologiche antecedenti l’evento effettuate dalla Provincia VCO risulta improbabile attribuire l’innesco dell’evento a condizioni di piovosità intensa o prolungata. Secondo quanto evinto dall’analisi di sopralluogo la causa predisponente ed innescante di questo fenomeno è da attribuire alle pessime condizioni strutturali e meccaniche dell’ammasso roccioso. Il sopralluogo in elicottero infatti ha permesso di valutare che il distacco delle masse rocciose è avvenuto in prossimità del contatto tettonico, a bassa inclinazione, tra gneiss della falda Antigorio e i sovrastanti calcescisti e scisti pelitici della “sinclinale del Teggiolo”; la gran parte del materiale deposto sul conoide risulta, in effetti, di composizione litologica compatibile con quest’ultima unità tettonica. Dall’elicottero si percepiscono inoltre livelli milonitici a bassa inclinazione sulla sponda rocciosa opposta a quella crollata, oltre a un sistema di faglie con trend NE-SO con evidente riscontro morfologico in foto aerea, che hanno senz’altro contribuito a detensionare l’ammasso roccioso.
Forme di svuotamento per rilascio di cunei megascopici impostatisi lungo fratture di base ad elevata inclinazione, immergenti rispettivamente a NNO e a SE, appartenenti a due famiglie di discontinuità coniugate. Una funzione importante nel controllo del meccanismo di rottura potrebbe aver svolto il sistema di fratture verticali dirette circa N-S, quali giunti di trazione.
Per quanto riguarda le condizioni di instabilità residua il sorvolo in elicottero ha messo in evidenza che nella parte alta della parete sono rimasti in posto alcuni tetti in condizioni di instabilità residua da verificare, nonché sono state osservate estese fessure verticali che isolano prismi di volume ingente a stabilità incerta con possibilità di evoluzione dinamica repentina per crollo. Non è possibile escludere, al momento, che osservazioni più accurate possano individuare cinematica e meccanismi di distacco più complessi rispetto a quanto sinora ricostruito sommariamente.
La copertura nevosa a tergo del ciglio della nicchia di distacco non ha consentito da elicottero di verificare la presenza di giunti di trazione e/o fessure da detensionamento per svuotamento. Il volo in elicottero ha consentito di osservare, peraltro, tracce di fessure presumibilmente ad andamento verticale, aperte e con vistosi riempimenti terrosi in sommità, in corrispondenza della parte alta dell’impluvio immediatamente adiacente, verso nord ovest, al fenomeno franoso. Anch’esse andrebbero verificate con maggior dettaglio.
La pericolosità del fondovalle per processi legati a distacchi e caduta di massi singoli o a propagazione di valanghe di roccia dal versante sovrastante, nonché a fenomeni di trasporto torrentizio in massa sul conoide dei rii Rich ed Enni, è nota da tempo (cfr. elaborati geologici di PRG).
Nel bosco e sui prati della zona medio-distale del conoide sono diffusi i massi isolati messi in posto a seguito di passati distacchi dalle pareti rocciose fratturate sovrastanti, segno di ripetuti eventi storici.


MORFOMETRIA FRANA
Quota corona Qc (m): 1950
Quota unghia Qt (m): 1570
Lungh. orizz. Lo (m): 950
Dislivello H (m): 380
Pendenza (°): 22
Testata: Parte alta del versante - Unghia: Parte bassa del versante
Azimut movim. (°): 210
Area totale A (m2): 0
Larghezza La (m): 230
Volume massa sp. (m3): 700000
Profondità sup. sciv. Dr (m): 0.00
Esposizione: SW


GEOLOGIA

Inquadramento geologico: Il distacco delle masse rocciose è avvenuto in prossimità del contatto tettonico, a bassa inclinazione, tra gneiss della falda Antigorio e i sovrastanti calcescisti e scisti pelitici della sinclinale del Teggiolo; la gran parte del materiale deposto sul conoide risulta, in effetti, di composizione litologica compatibile con quest’ultima unità tettonica. Le principali strutture tettoniche mostrano un andamento con direzione SW-NE visibile anche dalla morfologia (allineamenti di valli e crinali).
Il rilievo geologico di dettaglio è conforme ed individua il contatto fra le formazioni Teggiolo ed Antigorio con immersione verse SE a basso angolo, mentre la giacitura della fogliazione tende ad essere verso NW a N del t. Enni e verso SW in prossimità del t. Bich.

Formazione Descrizione
CALCESCISTI
GNEISS

DANNI
Codice Danno Dettaglio danno Grado Data min Data max Descrizione

Tipo danno:

Persone:

Edifici coinvolti:

Edifici a rischio:

Costi:


SISTEMA DI MONITORAGGIO RERCOMF
Codice Comune Località Gestore



IDROGEOLOGIA

Descrizione:

Sorgenti: Falda: acque assenti:
acque stagnanti: ruscellamento diffuso: ruscellamento concentrato:

STATO DELLE CONOSCENZE
Indagine PSInSAR/SqueeSAR

INTERVENTI

Gruppo Tipo Realizzazione


BIBLIOGRAFIA
ID Titolo Autori Anno
329985Rapporto valutazione geologica crollo del 19/4/2009 a monte della loc. Ponte, Comune di Formazza (VB)Maurilio Coluccino2009
333931Rilievo laser scanner frana di Formazza Imageo, Andrea Tamburini2009